Una notte di 12 anni di Álvaro Brechner

Il film racconta l’Uruguay sotto il controllo di una dittatura militare. Il movimento di guerriglia dei Tupamaros è stato schiacciato e smantellato da un anno. I suoi membri sono stati imprigionati e torturati. In una notte di autunno, nove prigionieri Tupamaro vengono portati via dalle loro celle nell’ambito di un’operazione militare segreta che durerà 12 anni. Da quel momento in poi, verranno spostati, a rotazione, in diverse caserme sparse nel Paese e assoggettati a un macabro esperimento; una nuova forma di tortura mirata ad abbattere le loro capacità di resistenza psicologica. Un film da vedere che ripropone il drammatico tema delle dittature nei paesi latino americani.  L’occasione per riflettre su uno dei torturatori, che arrivato in Uruguy ha istruito la polizia sui metodi di tortura più rffiati ed efficaci..

Parliamo diDan Mitrione. Una notte d’autunno, come si vede a inizio film, nove prigionieri Tupamaros vengono portati via dalle loro celle nell’ambito di un’operazione militare segreta che durerà ben dodici anni. Un’operazione in cui i tre Tupamaros seguiti nel film (esattamente Jose “Pepe” Mujica poi diventato amatissimo Presidente della nazione, Mauricio Rosencof, scrittore e poeta di fama, ed Eleuterio Fernandez Huidobro, ex Ministro della difesa di cui il regista ha raccolto le testimonianze), verranno spostati in diverse caserme, umiliati con ogni forma di tortura e assoggettati, come in un macabro demoniaco esperimento, a una nuova forma di operazione esistenziale per minare ogni loro resistenza psicologica. L’intento dell’esercito d’altronde era chiaro: “Visto che non possiamo ammazzarli, li condurremo alla pazzia.

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