Quest’anno la Giuria composta da Giueppe Bruno (Direttore del Consevatorio “G. Puccni” della Spezia), Roberto Bufo (Magistrato), Silvano Andreini (Direttore artistico del Cinema “Il Nuovo”), Alexander Prokhorov (giornalista della Redazione Italiana de “La Voce della Russia”), Aldo Bertocchi (Avvocato), Vinicio Ceccarini (Presidente “Premio Pavlova”) ha assegnato il Premio a Antonio Salines, attore, regista e direttore del Teatro Belli di Roma.
Antonio Salines, figlio del musicista Enrico Salines, ha una lunga carriera di artista. Fondò con Carmelo Bene, all’inizio degli anni ’60, la compagnia de “I ribelli”, una delle prime compagnie autogestite del teatro italiano. Ha lavorato in teatro, televisione, cinema. Ha recitato anche nei panni di Scipione nel “Caligola” di Albert Camus, i panni Romeo nell’omonima opera di Shakespeare, “Aspettando Godot”, ed è tuttora direttore artistico direttore artistico della compagnia stabile del “Teatro Belli” di Roma, da lui fondata nel 1970 con Magda Mercatali. Antonio Salines nasce alla Spezia il primo luglio 1936. Il padre Enrico Salines è musicista e compositore. A soli quattro anni deburta ballando il “Tip Tap” salendo sul palco con Totò e Macario. Nel 1956 parte per Roma con Eros Pagni e con una borsa di studio si diploma all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico nel 1959 e con Carmelo Bene fonda una delle prime compagnie teatrali autogestite, I ribelli, debuttando nella parte di Scipione nel Caligola di Camus, a Roma. Il suo primo ruolo è stato quello di Scipione nel Caligola nel Caligola di Albert Camus. Nel ’60 fa parte del Teatro Popolare, diretto da Vittorio Gassman.
Con la compagnia “I Nuovi” diretta da Guglielmo Morandi lavora in televisione ed interpreta “Ma non è una cosa seria” di Pirandello e “Alla ricerca della felicità” di Rozov. Nel ’63 fonda a Roma il primo cabaret con Maurizio Costanzo e successivamente è al “Piccolo Teatro” di Milano. Dotato di grande versatilità recita interpeta i ruoli più diversi nella “Betia del Ruzante” e in “Toller” di Dorst, “Giulietta e Romeo” di Shakespeare, “Barabba” di De Ghelderode e “Aspettando Godot” di Beckett. Tra le sue prime interpretazioni per il teatro figura Il Vicario, di Rolf Hochuth, rappresentato nel 1964 al Teatro del Popolo di Colle Val d’Elsa, per la regia di Gian Maria Volonté Nel 1969 nei panni di Smerdjakov recita insieme a Lea Masari e Salvo Rondone. nello sceneggiato televisivo I fratelli Kramazov con la regia di sandro Bolchi. Dal ’70 lavora come attore e regista al “Teatro Belli” di Roma, dove ancora oggi è Direttore artistico della compagnia stabile, allestendo numerosi spettacoli fra cui Peer-Gynt di Ibsen, L’opera dei mendicanti di John Gay, Neurotandem di Silvano Ambrogi, La cauteriaria (presentato al Festival dei Due Mondi di Spoleto). Nell’80 si cimenta con la regia di “Un marziano a Roma” di Flaiano e de “Il concilio d’amore” di Panizza.
Nell’85 è regista e interprete de Il boudoir del “Marchese de Sade” di Lerici e interprete di “Pranzo di famiglia” sempre di Lerici per la regia di Tinto Brass. Seguono Infernodi Strindberg, “Chi ruba un piede è fortunato in amore” di Dario Fo, la regia di “Delitto all’Isola delle Capre” di Betti, “Coltelli” di Cassavetes, “Il bugiardo” di Goldoni, “Francesca da Rimini” di D’Annunzio. Per alcuni anni collabora con lo Stabile di Bolzano sostenendo ruoli da protagonista nel “Leonzio e Lena” di Buckner, “Pene d’amor perdute” e “Le allegre comari di Windsor” di Shakespeare, “La cortigiana di Aretino” e come regista e attore, “Provaci ancora Sam” di Woody Allen. Per lo Stabile del Veneto interpreta da protagonista alcune commedie di Goldoni: “La famiglia dell’antiquario”, “Chi la fa l’aspetti”, “Una delle ultime sere di carnevale”. Dal 2002 ha inizato un rapporto di collaborazione con la Contrada di Trieste. Nel corso della sua lunga carriera, Salines ha inoltre preso parte a diverse produzioni per il cinema (vale la pena ricordare almeno la regia nel 1992 di Zio Vania) e per la televisione di cui resta celebre la sua interpretazione del personaggio di Smerdjakov nello sceneggiato I fratelli Karamazov.
Antonio Salines racconta il Teatro Belli. Nel corso di oltre 25 anni l’attività della compagnia è stata sempre continua e costante, sia nella ricerca teatrale, che nella linea culturale, favorendo al massimo, con una politica di bassi prezzi, la partecipazione di un pubblico nuovo e soprattutto giovane.
Nell’ottica quindi della linea scelta, sono state promosse iniziative di scambio con altre cooperative teatrali italiane e straniere, lasciando uno spazio di riguardo alla musica e al teatro giovanile e dell’infanzia, dando, infine, ospitalità a compagnie teatrali straniere. Per quanto riguarda la propria produzione artistica, la Compagnia del Teatro Belli si è orientata principalmente verso la ricerca di valorizzazione di drammaturgia italiana, lavorando, per questo, in stretta collaborazione con gli autori e percorrendo, anche qui, la formula ancora insolita per l’Italia, della creazione collettiva, in cui drammaturgia, regia, scenografia, ricerca musicale e interpretazione si fondono armonicamente in un unico stile, in un meccanismo teatrale, cioè, che si ripete, e al tempo stesso si rinnova, ad ogni spettacolo. Tra gli autori italiani contemporanei che figurano nel repertorio della Compagnia, spiccano: Roberto Lerici, Silvano Ambrogi, Ennio Flaiano, Mario Moretti, Turi Vasile, Dario Fo. Nella drammaturgia straniera, invece, la scelta è caduta su autori come Bulgakov, Witkiewicz, Wedekind, Jarry, Labiche, Anouilh, Cocteau, Gogol, Strindberg, Panizza, Cain.