L’arte e la vision di Juri Lorenzetti

Il rumore del mio silenzio 2019, Fondo Fileni

Juri Lorenzetti nasce a Jesi nel 1983 e si forma all’Istituto Statale d’Arte Edgardo Mannucci diplomandosi poi come Maestro d’arte in decorazione pittorica.

Durante questo periodo di studio ha modo di apprendere le varie tecniche di pittura, del disegno e della fotografia. Inizia a frequentare studi di artisti e pittori dove assorbe vari stimoli che lo aiutano ad elaborare e produrre le prime opere, affascinato non solo dalla pittura ma anche dall’esperienza creata nel testare diversi materiali. La sua attività artistica inizia nel 2012, anno nel quale inaugura le sue due prime mostre personali “Il segno, il gesto”. In questi anni studia nuove tecniche, indirizzandosi in quello che poi si rivelerà estremamente prezioso per le varie soluzioni estetiche elaborate in seguito. Si immerge così nella sperimentazione e nell’uso di diversi materiali, studiando il rapporto fra segno e colore, inseguendo e ricercando un canone stilistico di equilibrio cromatico e strutturale dell’opera pittorica. Dal 2013 partecipa a diverse collettive sia in Italia che all’estero, viene presentato durante l’art EXPO di New York dalla galleria EUART, successivamente espone alla Reggia di Caserta con la mostra “A new vision of Contemporary Art”, al Pan di Napoli, ArtCevia e a Palazzo Collicola con la mostra “Baculus”, curata da Gianluca Marziani, Emanuele de Nonno e Franco Troiani.

Il rumore del mio silenzio 2019, Fondo Fileni

Curioso e poliedrico nel 2014 presenta la personale “Wall Project”, un progetto composto da opere scultoree in cemento armato, proprio in occasione del giorno del venticinquesimo anno dall’abbattimento del muro di Berlino. Nel 2016 si incontra con la Collection Gallery, quale già suo collezionista proponendogli una collaborazione in esclusiva per l’Italia.

Partecipa poi alla mostra “Cromo Nero”, presso il Palazzo Gradari di Pesaro, all’evento è uno tra gli artisti più giovani ad affiancarsi alle opere di Emilio Vedova, Afro, Turcato e Dorazio. Sono proprio le varie tecniche studiate in questi anni, le varie esperienze e la sua estrema curiosità a rendere il suo lavoro così polivalente, tanto da accettare l’invito per una collaborazione alla nuova collezione dello stilista Mario Costantino Triolo nel 2017 , esposta poi a Milano in occasione del White Show.

La collaborazione con la Galleria Collection continua e nel 2019 inaugura la grande personale “il rumore del mio silenzio” presso gli spazi espositivi del Museo Fondo Fileni, una mostra, curata da Marco Ferrazzani e Giorgio Belardinelli, la quale raccoglie tutte le opere eseguite negli ultimi anni, con i testi a catalogo di Laura Coppa, Camilla Boemio e Viviana Quattrini.

Parlando dell’arte di Lorenzetti è la stessa Laura Coppa, storico dell’arte che spiega; Juri Lorenzetti non “astrae” nessun complemento da un’immagine che possa essere ritenuta compiuta nella sua finitezza. Non sintetizza, non scarnifica, non esalta lo scheletro che, quella stessa forma, la lascia intuire. Nell’opera di Juri non è contemplato ciò che è informe, perché le stesse linee, le graffiature, i segni linguistici a volte e le spatolate di colore, generano forme reali e concrete, seppur liquide, seppur cangianti. C’è instabilità, mutevolezza continua in quella che, non è una vera e propria immagine, ma più esattamente un’ombra cromatica che de-forma di volta in volta la vista di una città, di una giornata di pioggia, di un mare in tempesta o di un paesaggio lunare. È l’evocazione continua di ambienti e luoghi. Juri sembrerebbe non percepire la potenza emotiva di un’immagine, bensì raccoglierne le potenzialità evolutive, energetiche e ogni possibile capacità trasformativa”. (Laura Coppa, il rumore del mio silenzio Maggio 2019).

LEGAMI, MAM’S Galleria d’arte Contemporanea di Sassoferrato
LEGAMI, MAM’S Galleria d’arte Contemporanea di Sassoferrato

Sarà poi così che nel 2020 la stessa Laura Coppa, quale ha sempre creduto nel lavoro di Lorenzetti, gli curerà il più grande progetto museale “Legami”, presso gli spazi espositivi del Mam’s Galleria d’arte contemporanea di Sassoferrato.

Legami, che dallo stesso Lorenzetti viene definito come il progetto museale più intimo del suo operato, nel quale attraverso una serie di pannellature di bianco denominate “intonaco”, l’opera viene annullata, offuscata, spiegando come l’assenza e il legame siano direttamente proporzionali.

Elios
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