Mosca, 12 ott. (askanews) – In Ucraina attualmente ci sono tre chiese e tutte vengono interessate dallo scisma: la Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca che secondo il Ministero della Cultura dell’Ucraina all’inizio del 2017 aveva a disposizione in tutto il paese 11.392 chiese e cattedrali, oltre a 12.328 comunità di credenti. Il Patriarcato di Kiev ha invece 3.784 chiese e 5.114 comunità. La terza più grande comunità in Ucraina è la Chiesa ortodossa autocefala ucraina: ha 1195 comunità e 868 templi. L’incontro del Santo Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli presieduto dal Patriarca Bartolomeo, che ha avuto inizio martedì 9 ottobre, e si è concluso ieri, apre di fatto una fase scismatica di ampie proporzioni. E già si poteva prevedere. Il programma non era stato divulgato. Tuttavia, in Ucraina speravano che i risultati dell’incontro avrebbero portato alla decisione sulla presentazione dell’autocefalia (indipendenza) alla chiesa ucraina.
L’autocefalia della chiesa ucraina significa completa indipendenza, dopo che per oltre mille anni è stata autonoma, ma all’interno del Patriarcato di Mosca. La decisione ha provocato quello che da più parti è già stato definito uno scisma e che anche dal Vaticano viene seguito con attenzione. Un segnale che Bartolomeo era pronto a risolvere nel segno voluto dal presidente ucraino Petro Poroshenko, secondo lo stesso presidente ucraino, era stato l’arrivo in Ucraina degli esarchi (inviati) del patriarca. Gli esarchi di Bartolomeo, erano l’arcivescovo Daniel di Pamphilia dagli Stati Uniti e il vescovo Hilarion di Edmonton dal Canada, in Ucraina appositamente per preparare la concessione dell’autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina.
La Chiesa ortodossa russa considera l’Ucraina suo territorio canonico. “Stiamo dicendo che queste decisioni non canoniche di oggi del Patriarcato di Costantinopoli riguardano il destino di milioni di persone, milioni di credenti principalmente in Ucraina e nel mondo ortodosso in generale, poiché questo è un tentativo di minare le fondamenta del sistema canonico di tutta l’ortodossia”, ha detto il capo del Dipartimento sinodale del Patriarcato di Mosca per le relazioni della Chiesa con la società e i media Vladimir Legoyda.
Ai primi di settembre il metropolita russo Hilarion ha usato la parola “minaccia” dichiarando che a Mosca “non riconosciamo questa autocefalia. E non avremo altra scelta se non interrompere la comunicazione con Costantinopoli”, in particolare dopo la nomina dell’arcivescovo Daniel di Pamphilon (USA) e del vescovo Hilarion di Edmonton (Canada) come esarchi a Kiev. Inoltre nel corso di una riunione tenutasi a Londra, l’arcivescovo di Chicago e dell’america centrale, Peter, in particolare, ha parlato del suo recente incontro con il Patriarca di Gerusalemme e tutta la Palestina Teofilo III, che ha espresso a lui la sua sorpresa per la decisione del Patriarcato di Costantinopoli di inviare esarchi in Ucraina. Nel frattempo Mosca ha accusato il presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko di cercare di ottenere il riconoscimento delle strutture religiose non canoniche e la creazione di un’unica chiesa locale autocefala in Ucraina.
In precedenza, il Patriarcato di Costantinopoli, “in preparazione per la concessione dell’autocefalia”, ha nominato i suoi esarchi a Kiev. Inoltre, il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli ha dichiarato che intendeva consegnare l’autocefalia all’Ucraina. La Chiesa ortodossa russa, a sua volta, porta avanti l’attuale “rottura delle relazioni diplomatiche” con il Patriarcato di Costantinopoli. Il Sinodo della Chiesa russa ha annunciato che non ricorderà più il Patriarca Bartolomeo durante le cerimonie religiose. Inoltre, è stato deciso di ritirarsi dalle strutture dove compaiono i rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli.
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Il Vaticano non interferisce negli affari dell’Ortodossia, ma non intende mantenere i contatti con le chiese non canoniche in Ucraina. E’ quanto ha riferito all’agenzia TASS una fonte diplomatica in Vaticano. “Il Vaticano non interferisce categoricamente negli affari dell’Ortodossia, ma è già chiaro che la Santa Sede non entrerà in contatto con la chiesa riconosciuta da Bartolomeo (Patriarca di Costantinopoli)”, ha detto la fonte dell’agenzia.