Critical mass: vivere la città in bicicletta

Automobilisti e ciclisti, è risaputo, non vanno d’accordo. I primi accusano gli appassionati delle due ruote di intasare il traffico e di mettere a repentaglio la loro e l’altrui incolumità. I ciclisti, dal canto loro, ritengono che l’automobile andrebbe usata il meno possibile e che i mezzi più lenti sulla strada dovrebbero avere la precedenza. Questa guerra è sempre esistita, ma adesso sta diventando l’emblema dell’ultima forma di ambientalismo. Folti gruppi di ciclisti, infatti, si danno appuntamento proprio per manifestare la loro voglia di aria pulita. Il fenomeno si chiama critical mass, è nato negli Stati Uniti nel 1992 e in Italia comincia a dilagare negli ultimi anni.

Le città nelle quali è già possibile assistere a raduni di amanti delle due ruote sono Roma e Milano. In entrambe, nel cuore della notte, può succedere di incontrare file di biciclette, di monopattini, di roller, che viaggiano tranquillamente per le strade. Attraverso questa attività, le persone ritengono di riprendersi gli spazi che, durante il giorno, sono intasati dai veicoli a motore. All’estero questa nuova forma di contestazione si sta diffondendo anche nelle ore diurne, creando volutamente disagio alla circolazione delle auto.

Del resto, l’espressione critical mass, mutuata dalla sociologia, indica una massa “critica”, cioè grande quanto basta per obbligare il traffico a rallentare. Il primo ad organizzare un raduno di bici, da cui ha preso origine il movimento, è stato Chris Carlsson a San Francisco, nel periodo in cui  si sviluppava, parallelamente al fenomeno della globalizzazione, una nuova coscienza no-global, attenta alle questioni ambientali e promotrice delle differenze culturali e dei bisogni di tutti, contro un’economia globale.

Già nel 1965 in Olanda, i Provo, i “provocatori”, che scelgono come simbolo una bicicletta dipinta di bianco, hanno dato vita a manifestazioni spontanee, contro la cultura dominante. Ad Amsterdam oggi si può vedere il risultato della singolare protesta, cioè una città interamente percorribile in bicicletta.

Chiunque può partecipare ai raduni della critical mass: c’è chi pedala per difendere l’ambiente, chi per riscoprire la propria città, chi per condividere un’esperienza di gruppo. A Roma, per esempio, ci si incontra ogni ultimo venerdì del mese, in Via dei Fori Imperiali e da lì si parte per un percorso ogni volta diverso. Allo stesso tempo, a Milano, attraverso un gruppo Facebook, chi vuole partecipare si mette d’accordo su data, luogo e ora del raduno.

Parallelamente alla critical mass, sono nate, le ciclofficine, veri e propri luoghi di aggregazione e di scambio, dove tra una chiacchiera e l’altra, si può riparare la propria bici o assemblarla a partire da pezzi riciclati.

Elios
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