Oggi viviamo di serie televisive. Una tendenza che non coinvolge soltanto giovani, ma anche trentenni e quarantenni. Si parla di Grande serialità per indicare un prodotto audiovisivo raffinato e, al tempo stesso, popolare. Nel passato non è stato sempre così. Le soap opera erano destinate alle casalinghe, ossia ad un pubblico che si accontentava e seguiva la tv mentre svolgeva altre mansioni. Hanno fatto eccezione alla regola poche trasmissioni che, già negli anni Ottanta, si sono distinte per la loro qualità.
Conversazioni sulla cultura russa – del linguista Jurij Lotman – è un programma che andò in onda in Estonia dal 1986 al 1991 e riscosse particolare successo. Adesso questa serie è diventata un libro, edito da Bompiani, a cura di Silvia Burini. L’opera raccoglie, seguendo un andamento cinematografico, le trascrizioni di Lotman, punto di partenza delle Conversazioni, in cui l’autore disquisiva di società, nel tentativo di offrire ai telespettatori un ritratto del popolo russo.
Divisa in trentatré lezioni organizzate in cinque cicli, la trasmissione ripercorre usi e costumi russi, dal Settecento al Novecento, giocando con quelli che sono i cardini di tutta la teoria linguistica dello scrittore di San Pietroburgo: cultura, memoria, testo, addolciti da storie fatte soprattutto di quotidianità. Il volume, pubblicato di recente, alterna toni narrativi, passi esplicativi, digressioni e si serve anche di espedienti romanzeschi.
Sebbene la semiotica, la branca della linguistica che studia i sistemi di segni, sia la struttura portante di queste lezioni lotmaniane, la leggerezza con cui viene affrontata trasporta il lettore dentro una macchina del tempo, in cui l’autore fa da guida e offre la combinazione per interpretare i segni che si nascondono dietro ogni consuetudine. Per Lotman è comunicazione anche il merletto degli abiti delle donne, che variava a seconda della posizione che il marito occupava nella tavola dei ranghi, al tempo di Pietro il Grande. Il semiologo è stato allievo di Tolstoj e Propp, tanto che nelle Conversazioni non può mancare la letteratura russa. Lo studioso mostra come la quotidianità attinga costantemente da un repertorio di espressioni nate prima sulle pagine dei libri e poi entrate a far parte del lessico di tutti i giorni. Le Conversazioni, sia in forma di serie televisiva, sia in quella di saggio, rappresentano il tentativo del grande semiologo di decodificare la cultura russa, per farla sopravvivere.