
Sulle danze per “Omaggio a Khaled Al Assaad, custode della bellezza”, lo spettacolo presentato in prima assoluta il 13 agosto c.a. al Festiva Suoni dal Golfo al Teatro Astoria di Lerici, Annalisa Maggiani scrive…
Cadere e risalire: la nostra danza per Khaled di Annalisa Maggiani. Cadere, risalire, cadere e risalire tante e tante volte ci porta alle radici della resilienza. La resilienza è la stella polare che ci ha guidati alla scoperta di Khaled. Grazie al suo estremo amore per la cultura, l’arte e la storia del suo popolo si è fatto sensibilissimo custode dei reperti archeologici della sua città: Palmira. Khaled con grande spirito di resilienza ha cercato di salvare il patrimonio artistico della sua città luogo dove sono approdate le più favolose tradizioni del mediterraneo.
Che cosa più dei reperti archeologici riesce a coniugare il mistero dell’identità e della contaminazione, disinnescando il conflitto fra i due? Non vi è pietra mediterranea “tipica” di un territorio che non venga da lontano e non nasca da un imbarbarimento. E le pietre si affacciano dalla bocca dei danzatori in scena come una lupa porta in salvo i propri cuccioli. Salvare le testimonianze della cultura e dell´arte significa rinascere 10, 100, 1000 volte.
Questo pensiero è stato ispiratore per il movimento e la coreografia dello spettacolo: il cadere e risalire, tante e tante volte, simbolo di una rinascita infinita, lo spargere fiori ed infine spiccare il volo, lasciare che la forza di questo messaggio trovi i luoghi dove poter mettere nuove radici e nuovi fiori, moltiplicatori di bellezza e di pace.
L` immaginario da mille e una notte di Palmira ancora intatta, ci ha accompagnato insieme alla sua distruzione: nel movimento e nella musica magistralmente composta da Oliviero Lacagnina si succedono all´inizio ed alla fine dello spettacolo ritmi orientali e danze piene di colore e musica e danza di attesa lancinante e di battaglia.
Ed é su questi due piani che si sviluppa la danza fortemente influenzata dalla danza Butoh: ora in un’estenuata lentezza, ora concitata, estatica o come nel canto „Prometeo“ di Paola Polito, portatrice del dolore del mondo in cui i cambi di timbro della voce della cantante portano la danza nel cuore della ferita. La resilienza prende forma anche in tutto questo, continuare a danzare, a fare musica, lasciare che il colore diventi forza di vita, questo il tributo della nostra danza a Khaled.
Annalisa Maggiani ha studiato filosofia all´Universitá di Pisa, parallelemente si é dedicata allo studio di Mimo Decroux, danza espressionista e teatro di strada entrando a far parte della compagnia di teatro di strada “Chille de la Balanza”(1986-1995), ha preso training e workshop da molti maestri della danza contemporanea e di ricerca, contact improvisazione (Simon Forti, Dominique Dupuy, C, Coldy, Richard Haisma, Adalisa Menghini, Les Ballets C. de la B., Labor Gras) ed ha fatto parte nel 1998 del progetto-performance diretto da Chistine de Smedt (Les Ballets C. De la B.-Berlino).
Si é specializzata in DanzaMovimentoTerapia (Art therapy italiana) (1998) e ha ottenuto l’abilitazione di Psicologa (2000), nel 1994 ottiene una borsa di studio dal Ministero degli Affari Esteri per una ricerca sulle capacitá terapeutiche della danza di trance Gnawa (Marocco-Essaouira). Ha studiato e praticato la danza Butoh con diversi maestri dal 1989 (Kazuo Ono, Carlotta Ikeda, Anzu Furukawa, Minako Seki, Yumiko Yoshioka, Derevo ecc…) entrando a far parte dal 1996 della Compagnia di Danza Butoh diretta da Yumiko Yoshioka, Ten Pen chii Art labor (Schloß Bröllin). Ha lavorato come attrice protagonista nella serie televisiva DCTP “L´amore nei secoli” diretta da Alexander Kluge (Germania 1998-99).
Direttrice artistica di Gest/azione teatrodanza (La Spezia-Berlino), con performance-Assolo insieme a musicisti jazz come Lauro Rossi, Fabrizio Puglisi e artisti di arti visive (Mario Morleo, Pietro Bellani, Moggia) partecipa a rassegne e Festival in Italia ed in Germania . La sua ricerca predilige la performance in ambienti naturali e spazi “quotidiani”. 1995-2000 dirige e cura con Yumiko Yoschioka Progetti Performance di teatrodanza Butoh realizzati nei Castelli della Provincia di La Spezia e Massa Carrara. Dal 2003 organizza a Lerici (La Spezia) il Festival di Assoli “La Danza di Confine”. A Berlino con il suo gruppo Gest-Azione ha curato il concetto e la regia della Trilogia di Performance si sono svolte nella Metropolitana di Nollendorfplatz (2003- 2005) sul tema Nostalgia, Appartenenza, Migrazione.

Stefano Gorgaini ha partecipato con trasporto alla bontà e allo spessore dedicato a Khaled Al Asaad del quale mi ha affascinato l’amore delle connessioni in ambito artistico.
Il mio lavoro consiste in un percorso di esplorazione del linguaggio corporeo nel solco della nuova danza giapponese (Butoh) studiata con vari maestri tra cui il padre fondatore del Butoh: Kazuo Ohno e la coreografa e danzatrice Yumiko Yoshioka. Sull’onda della scoperta di una corporeità espressiva targata Butoh sto da tempo lavorando ad un progetto che prevede la possibilità di mettere a colloquio le espressioni culturali (danza, musica, arte multimediale, ecc…) con quel mondo di alta qualità dello scarabocchio della prima infanzia caratterizzato da energie selvagge e primordiali che non è compromesso da una visione adulto-centrica. Le risorse corporee acquisite dalla danza Butoh mi permettono di raccontare la Terra degli Scarabocchi Liberi del bambino da un punto di vista inedito in cui si sorprende la stessa danza Butoh ridotta alle sue funzioni vitali, cioè in una condizione senza radici, senza peso e responsabilità, scrostata di ogni modernità.
