Intervista a Ermete Labbadia direttore del festival Inventa un Film

Ermete Labbadia è l’ideatore e il direttore di Inventa un film, festival internazionale cinematografico, che quest’anno raggiungerà la ventiduesima edizione e si svolgerà a Lenola in provincia di Latina dal 5 al 9 agosto.

Dalla prima edizione del 1998, che ha visto la partecipazione di filmati locali è passato ai 2039 lavori dell’ultima edizione, provenienti da 95 nazioni.

Una caratteristica del Festival di Lenola è stata da sempre quella di lanciare e valorizzare autori, che dopo un arco di tempo hanno ottenuto un grande successo nelle sale cinematografiche o si sono imposti in premi e festival importanti. Nelle ultime edizioni tra le migliaia di opere pervenute dall’estero, che hanno partecipato in concorso nella sezione internazionale, diverse centinaia vantavano nel loro curriculum già partecipazioni e affermazioni a festival e premi come Cannes, Locarno, Venezia, Rotterdam, Berlino, David di Donatello, Premio Oscar.

Come nasce l’idea di fare un festival a Lenola, oggi una realtà importante che quest’anno raggiunge la 21° Edizione? Nasce come piccolo concorso di cortometraggi per il paese di Lenola nel 1998 con l’obiettivo di fare qualcosa di culturale per il territorio e inizialmente partecipavano soltanto autori locali. L’anno successivo iniziarono a concorrere anche giovani dei territori vicini e venne allargato a livello provinciale e raddoppiò il numero dei partecipanti, così decidemmo di mandarlo ad una rivista dell’epoca che si occupava di cinema e venne pubblicato. In seguito abbiamo avuto la fortuna che Il Corriere della Sera andò a riprendere proprio il nostro festival e la nostra intervista, abbiamo fatto gioco e abbiamo utilizzato questo colpo di fortuna a nostro favore come marketing. Così dalla quarta edizione, poco a poco è diventato un festival importante.

A fine anni ’90 non c’era ancora internet, così guardavamo i cataloghi dei festival più importanti e mandavamo l’invito agli autori dei cortometraggi che apprezzavamo, era un invito cartaceo, una parte rispondeva e ci mandava il VHS, era tutto un altro mondo. Il concorso è cresciuto, abbiamo fatto una sezione specifica per gli autori esteri, l’animazione, la sezione scuola, poi nel 2014 abbiamo inserito la sezione dei lungometraggi per opere non adeguatamente distribuite nelle sale cinematografiche, negli anni abbiamo introdotto alcuni nuovi format come la giornata dell’attore dedicata ai casting, la giornata del libro, il concorso fotocanzone che è un fotocontest che lega le fotografie e le canzoni con un tema che ogni anno scegliamo.

Tanti giovani registi sono passati da Lenola prima di affermarsi? Sì, sono passati molti registi dal nostro festival quando ancora non erano famosi, Eduardo De Angelis il regista di Indivisibili, che dal 2001 è stato quattro volte qui con dei suoi lavori, Matteo Rovere regista del Primo Re è stato premiato nel 2014, Sydney Sibilia è stato ospite molti anni prima di Smetto quando voglio, Simone Massi che ci fece il poster nel 2002 è uno dei registi di animazione più importanti, ha vinto il David di Donatello e realizzato per diversi anni il manifesto del Festival di Venezia. Ne sono passati tanti bravi, ma poi per diventare famosi, per sfondare bisogna trovarsi nel posto giusto al momento giusto, saper diventare imprenditori, fare dei sacrifici e sforzi enormi. Ti posso dire che dal punto di vista artistico ne sono passati tanti oltre a quelli che ti ho citato che forse alcuni erano anche più bravi e magari non sono riusciti ad avere la stessa fortuna e adesso staranno facendo tutt’altro mestiere. La qualità è fondamentale però ci sono tanti altri aspetti molto importanti.

Come selezionate i film? Abbiamo deciso di fare una sezione di lungometraggi proprio per quelli non adeguatamente distribuiti nelle sale cinematografiche, non ci interessa avere film che vanno direttamente in sala e in tv, vogliamo dare spazio ai film che non riescono ad uscire ma che meritano visibilità.

Nella selezione dei cortometraggi cerchiamo sempre la qualità facendo un compromesso tra criteri oggettivi e soggettivi, quindi lavori che hanno vinto tanti premi e lavori nuovi che non sono ancora stati selezionati in base al nostro gusto.

Siete un Festival molto attento ai film che non riescono ad avere visibilità, avete lanciato anche un concorso per i mediometraggi? L’abbiamo lanciato l’anno scorto, lo facciamo in tour con altri festival e rassegne.

Sono selezionati dei mediometraggi perché è importante dare visibilità a lavori che per esigenze creative hanno questa lunghezza e per come sono impostati i festival in Italia non sono né carne né pesce, non hanno spazio, così abbiamo cercato delle situazioni per far vedere al pubblico questi film.

Come vi affacciate a questa nuova edizione, pensate di riuscire a farla regolarmente? Cambierà la forma, ma non sarà meno avvincente degli anni precedenti, dovremmo aspettare ancora un po’ per dare l’ufficialità perché in questa situazione può ancora cambiare tutto da un momento all’altro. Ci saranno cinque serate, sono confermate: la giornata del libro, concorso letterario Tre colori che comprende poesia, sceneggiatura e romanzi. Le prime tre serate saranno dedicate ai cortometraggi, la quarta ai lunghi e la quinta ancora ai cortometraggi con il format Sei premi in cerca di autore, che sarà assegnato a persone che non sono legate al concorso, ma a personaggi famosi nel mondo della musica, tv, teatro e cinema. Vediamo se sarà il caso di partire in questa edizione o di posticiparla alla prossima. Ci saranno delle serate con dei film molto belli, poi siamo stati il primo festival in Italia ad aver introdotto una sezione competitiva con corti dedicati alla quarantena e alle conseguenze che ha portato il Covid-19 che ha avuto molto successo, sono arrivati più di 500 lavori, siamo stati i primi poi ci sono venuti dietro tanti altri festival che sono stati lanciati dopo il nostro.

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