Domani, dalle ore 18, a Castelnuovo Magra si svolgerà una festa medievale. Nella piazza antistante il Palazzo dei Vescovi, ci saranno il mercato, banchi gastronomici, un corteo ricco di figuranti, uno spettacolo di falconeria e la rievocazione storica della “Pace di Castelnuovo”.
Quest’ultimo evento permetterà di ricordare la presenza di Dante Alighieri in Lunigiana che, nel 1306, ricevette dai Malaspina l’incarico di trattare, per conto loro, la pace con il Vescovo di Luni.
La circostanza è confermata dal ritrovamento di due atti notarili, a metà del ‘700, da parte del marchese Mafredi di Terrarossa. Tali documenti sono considerati, ancora oggi, la scoperta più importante sull’esilio di Dante. Si tratta, precisamente, della procura di Franceschino Malaspina e del lodo finale. In base a questi atti si può sostenere che il 6 ottobre 1306 Franceschino Malaspina di Mulazzo, sulla pubblica piazza della Calcandola di Sarzana, nomina Dante suo procuratore nelle trattative con il Vescovo di Luni, Antonio Nuvolone da Camilla e che, poco tempo dopo, il sommo poeta è a Castelnuovo, presso il palazzo vescovile, seduto al tavolo negoziale conclusivo di una pace che si rivelerà sostanzialmente favorevole ai Malaspina.
In Lunigiana, abbandonata la stesura del “Convivio”, Dante Alighieri si dedica alla “Commedia”. Nel canto VIII del Purgatorio, egli parla proprio della sua venuta. Nel canto XX dell’Inferno Dante parla dell’aruspice etrusco Aronte sulle Apuane e cita i Carraresi e la città di Luni; nel canto XXIV dell’Inferno troviamo Moroello Malaspina e la Val di Magra; nel canto XXXII dell’Inferno si citano ancora le Apuane; nel XIX canto del Purgatorio si ricorda Alagia Fieschi Malaspina, moglie di Moroello, mentre in Paradiso IX c’è il fiume Magra e in Paradiso XVI c’è il celebre epitaffio dedicato alla gloria di Luni.
La Lunigiana, dunque, occupa un posto importante nella vita di Dante Alighieri.
Se Verona offrì al poeta un rifugio, se Ravenna gli dette gloria, la Lunigiana “prima di tutte le terre in Italia, ha il vanto di avere compreso Dante”, come afferma lo studioso Marini nel 1965. E come è risultato da studi più recenti, l’opera diplomatica svolta da Dante in Lunigiana forse suggerì al sommo poeta il modello di pace universale che approfondirà nel “De Monarchia”.