Giuseppe Cruciani vince il Premio Cinque Terre

La sua regola d’oro è parlare chiaro. E’ irriverente, nemico della banalità e cinico. Come ha scritto Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano, la sola battuta “Ciao Giuseppe” lo esaspera. Questo e molto altro è Giuseppe Cruciani al microfono della Zanzara, talk show di grande successo, in onda dal 2006 su Radio24. Ma il Cruciani che abbiamo conosciuto ieri pomeriggio a Monterosso, come vincitore della nona edizione del Premio giornalistico Cinque Terre, è un 50enne sensibile, intelligente, in grado di slegarsi dal suo personaggio e capace di ascoltare.

L’incontro è stato promosso dall’Associazione Amici delle Cinque Terre, con il contributo della Fondazione Carispezia e con il patrocinio del Parco e del Consorzio Turistico Cinque Terre. Sul palco, ad intervistare il giornalista, lo storico Lorenzo Tronfi e la giuria del Premio composta da Maurizio Belpietro (La Verità), Francesco Carrassi (direttore QN), Mario Giordano (Tg4), Alessandro Sallusti (Il Giornale) e Andrea Scuderi (Primocanale).

Nella piazza del porticciolo, dopo il saluto del sindaco Emanuele Moggia, Giuseppe Cruciani si è raccontato di fronte ad un folto pubblico, parlando dell’infanzia passata in una famiglia anaffettiva e dei suoi timori di padre. Dal punto di vista politico, il giornalista ha ammesso senza reticenze di condividere alcune idee della destra, per esempio in materia di migrazioni, ma anche idee della sinistra, dicendosi favorevole alle adozioni da parte di coppie omosessuali.

“La mia radio è un’oasi di libertà – ha spiegato – perché parlo a braccio, lascio spazio sia alla gente comune, sia a personaggi noti, esprimo quello che penso senza rispettare logiche di partito. Il segreto del mio successo sta nel fatto che io mi diverto, senza assecondare il pubblico”.

Amato o odiato, Cruciani non lo ferma nessuno, né le petizioni sul Web per chiudere il suo programma, né i colleghi del Sole24Ore che in passato avrebbero voluto fargli cambiare stile, ma non ci sono riusciti.

La “ricetta Cruciani” fa eccezione a tutte le regole della radio: se il manuale del perfetto conduttore ricorda che la certezza d’emissione e di appuntamenti fissi nel palinsesto è la base per creare audience, La Zanzara ha la caratteristica di essere imprevedibile. Tutto può succedere fino all’ultimo minuto.

L’originalità di Cruciani viene premiata perfino dai “nemici”, come Antonio Padellaro, ex direttore de L’Unità, che non perde una puntata del talk show e sostiene ironicamente che Cruciani sia in grado di sottoporre l’Italia ad una colonscopia!

In fondo, la bellezza di Cruciani è la bellezza della radio. Nell’era dei social, questo mezzo di comunicazione non ha perduto il suo fascino. Ascoltare una voce senza volto permette, infatti, di imparare, ma anche di sognare.

“Per fare radio bisogna essere sociopatici! – ha concluso provocatoriamente il vincitore del Premio Cinque Terre – Nel mio scrigno mi sento invisibile e trovo il coraggio di relazionarmi con gli altri”.

 

Elios
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