Dal nostro inviato – Oggi sul grande schermo della Mostra del Cinema di Venezia è l’ora di “Idi i smotri” (Come and See) [Và e vedi] di Elem Klimov (Urss, 1985, 143’, lingua russo) tratto dai racconti di Aleksandr Adamovič, in concorso nella sezione Venezia Classici che dal 2012 presenta in anteprima mondiale una selezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno.
Già a partire dal titolo, ispirato all’Apocalisse di San Giovanni, l’opera più celebre di Klimov interroga con violenza lo spettatore, trascinandolo da subito nella fornace della distruzione bellica.
La pellicola, ambientata nel 1943, narra la tragica storia degli abitanti di un villaggio in Bielorussia invasa dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Florya, un ragazzo del villaggio, assiste agli orrori perpetrati dagli invasori nazisti nella loro azione repressiva.
La presenza del pericolo che avvolge Florya nel suo percorso è manifestata da un aereo da ricognizione (una cicogna) che costantemente vola sopra di lui e da una vera cicogna che senza volare si aggira nella foresta.
Florya si salva dalla distruzione del suo villaggio perché i nazisti concedono a chi è senza bambini di fuggire da questa apocalisse terrena.
L’ufficiale nazista, autore della proposta, viene catturato e fucilato alla fine del film ma prima di morire motiva il suo gesto di fronte ai partigiani: “Si, ho detto io di uscire e Iasciare i bambini. Ho detto così perché è dai bambini che comincia tutto. Voi non dovete esistere. Non tutti i popoIi hanno diritto a un futuro. Le razze inferiori fanno proIiferare I’infezione comunista. E Ia missione sarà compiuta. Oggi o domani.”
In una delle scene conclusive, come il rogo finale che sigla “Sacrificio“ l’ultimo capolavoro di Tarkovskij, si denuncia che nella sola Bielorussia furono bruciati 628 villaggi e con loro tutti gli abitanti.
Il film appare come un testamento di guerra, un appello alla pace attraverso l’immensa tragedia che si abbatte su un intero popolo, parla di una guerra che ha le stesse sembianze dell’inferno e guarda all’uomo in una situazione estrema per indagare chi sia, cosa possa tollerare e quale sia la sua forza per sopravvivere a tutto questo orrore.
In “Idi i smotri” come in “Apocalypse Now”, la guerra è rappresentata quale stato disturbato della mente e l’orrore umano il suo distillato mentre come ne “La sottile linea rossa”, alla distruzione generalizzata risponde il risveglio della natura edenica e immortale.
Non a caso, James Graham Ballard lo ha considerato il miglior film di guerra mai visto.
Sarà il regista italiano Giuseppe Piccioni (Fuori dal mondo, Luce dei miei occhi, Questi giorni) a presiedere la Giuria di studenti di cinema che – per la quinta volta – assegnerà i Premi Venezia Classici per il Miglior Film Restaurato e per il Miglior Documentario sul Cinema.
Il cast: Aleksey Kračenko, Olga Mironova, Lubomiras Lauciavicius, Vladas Bogdonas, Victor Lorents, Kazimir Rabetskij, Jüri Lumitse, Evgenij Tiličeyev, Aleksandr Berda, V. Vasilev
sceneggiatura Aleksandr Adamovič, Elem Klimov
fotografia Aleksej Rodionov
montaggio Valeria Belova
scenografia Victor Petrov
costumi Eleonora Semenova
musica Oleg Jančenko
suono Ramon Rayes
restauro a cura di Mosfilm Cinema Concern
film laboratory Mosfilm Cinema Concern
Il mio voto: 9