Bella Irina

Irina Ivanovna ha le mani sottili e grandi occhi che capiscono e sanno TUTTO.

Irina Ivanovna è volontaria di Donbass, che gira i paesi, gli orfanotrofi, e anche il fronte- la prima linea, portando gli aiuti umanitari, comprando tutto il necessario ai bambini, vecchi e ragazzi sul fronte. Spesso e volentieri questi aiuti pesano più di questa piccola donna, che perse la salute durante la prigionia presso i nazisti dei Servizi di Sicurezza ucraini, la salute ma non la sua Anima d’acciaio. L’ anima e non l’animo, l’animo ce l’hanno tutti, l’anima- sono in pochi ad avere. ”Il non chiedo, io-informo” dice lei. Lei non chiede l’aiuto infatti ma fornisce le asciutte informazioni-”c’è stata un’ esplosione”, ”ai bambini dell’orfanotrofio han portato via tutto”, ” ci vuole un’operazione urgente” ecc. Io non conosco Irina Ivanovna personalmente, ci siamo conosciute su FB, ma ci sono le persone che ti entrano nella corteccia, sotto pelle e nel cuore, diventando una specie dei ”fari”.

Ho ritenuto opportuno scrivere questo piccolo articolo su Irina, in modo da fornire qualche informazione alle persone che capiscono come stanno veramente le cose, ma non hanno il quadro completo, potrebbe essere utile come informazione anche alle persone che non capiscono e ignorano totalmente quello che accade a Donbass, alle persone invece che capiscono e hanno tutte le informazioni necessarie in merito deve rimanere un piccolo morso al cuore, un cosiddetto pezzettino di vetro che ci  deve ricordare sempre quello che sta succedendo-non su un pianeta diverso, non 500 anni or sono, ma ora, adesso, nei nostri giorni, in Europa.

Irina Ivanovna al momento non se la sente di scrivere un libro, anche se ride, dicendo che alcune cose oramai ha imparato anche a prendere con -addirittura- una certa ironia. Tuttavia credo sia inutile falla rivivere ogni secondo dell’accaduto e penso sia sufficiente il testo da lei pubblicato su FB, che ho deciso di tradurre, ovviamente con la sua approvazione. Riporto qui di seguito il post di Irina Ivanovna. Ioulia Makarova-Liakh.

Auguri di Buona Festa, Salvatore su miele ( festa ortodossa russa-nota del traduttore), cari amici! Vi auguro tanta felicità, tanto benessere, vi auguro la pace! Io oggi festeggiò la MIA di festa.

Esattamente cinque anni fa c’è stato lo scambio 26 per 27 (scambio fra i prigionieri-nota del traduttore). Un grande inchino ai miei salvatori-Igor Nicolaevich Besler e Olga Ivanovna Kulighina. Ricordo come se fosse appena successo tutti i particolari: mi misero un sacco puzzolente in testa, rigirandomi le braccia all’indietro, poi seguì un colpo in testa da una delle guardie più violente, una volta nell’autobus. Mi portai dentro una settimana intera quell’ odore chimico del sacchetto in testa, sapete-è come respirare la vernice, poi per un giorno intero senti quell’odore, ma una settimana intera…. Mi ricordo la mia speranza che provavo guardando nella finestra dell’autobus….. Vedevo i soldati coi mitra lungo la strada e davanti……davanti c’erano i nostri!!!

I nostri ragazzi con  mitra, i nostri bus e le nostre auto… Mi ricordo Dasha Morozova, magrissima. Me la ricordo-una ragazzina circondata dai nostri uomini. Ci siamo abbracciate, mi guardavo attorno e non credevo ai miei occhi-le trincee, le lastre di cemento, gli imbuti…….e dopo-una Donezk silenziosa, le strade deserte: qui tuonava la guerra, qui si sentivano i proiettili e le mine a posto dei rumori della città, il ridere dei bambini e i clacson delle macchine. Mi ricordo la voce agitata del mio marito nel telefono-gli comunicarono l’otto agosto che ci sarebbe stato lo scambio e poi non dissero più nulla. Mio marito mi disse che sarebbe venuto a prendermi un giorno dopo, non era possibile farlo subito- Schahtersk era sotto il bombardamento.

Noi, quelli rimasti a Donezk, facevamo conoscenza fra di noi, parlavamo interrompendoci a vicenda, non ci si ascoltava nemmeno alla fine, perché ascoltavamo solo i rumori della guerra vicino, vicino a noi. Arrivò un altro giorno, ero sulla mia terra in mezzo alla mia gente. Uscì dalla doccia, aprì la porta al mio marito e lui si accasciò per terra, fece solo in tempo di dirmi: ”Ira, cos’è questo?” ”Questo” era il mio corpo che allora aveva perso 20 kg e pesava 42 kg, considerando che non sono magra di costituzione, potete immaginare lo spettacolo!  Se il giorno 15 non fossi andata a casa e se fossi rimasta a Donezk, gli eventi si sarebbero svolti nella maniera completamente diversa, sarei diventata un deputato del Consiglio Supremo, ma non mi pento di nulla, è giusto cosi. Cosa posso scrivere?! Bisognerà scrivere un libro che ho già iniziato il 1 marzo del 2014. Già, oggi son andata dai ragazzi a Donezk, portato gli aiuti, ma ne scriverò dopo. Oggi ho la MIA FESTA!

Elios
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