Italia e Russia nel cinema di Kravčuk

Quello tra l’Italia e la Russia è un legame che parte da lontano. Una storia che si arricchisce nel tempo, anche attraverso lo scambio culturale. Ne è un esempio il Premio Tatiana Pavlova, che si è svolto ieri sera alla Spezia, presso Porto Lotti. Nato nel 2011 in collaborazione con la redazione italiana de “La Voce della Russia”, quest’anno il premio è stato assegnato ad Andrej Kravčuk, regista della nuova generazione.

Ad un passo dalla laurea in matematica, “linguaggio universale che aiuta a comprendere tutti gli altri”, il cineasta era predestinato ad amare l’Italia. Cresciuto a San Pietroburgo, la città progettata dagli architetti Francesco Rastrelli, Carlo Rossi e Giacomo Quarenghi, Kravčuk ha sempre sognato di conoscere il nostro Paese. Vi è giunto, per la prima volta, nel 2006, vincitore al Festival del Cinema Europeo di Lecce. Ora il nuovo riconoscimento che gli ha permesso di trascorrere alcuni giorni in Liguria, tra il verde della Lunigiana e il golfo della Spezia.

L’evento, curato nei dettagli da Vinicio Ceccarini, Presidente dell’associazione “Premio Pavlova”, è stato presentato dall’avvocato Roberto Lamma, con un intervento dello scrittore Marco Ferrari. Tra gli ospiti, Dina Kotelnikova, docente all’Università di Genova, Marat Pavlov, console generale della Federazione Russa, la figlia del colonnello Eingorn Iosif, ufficiale ancora vivente dell’Armata Rossa e l’assessore alla Cultura del Comune Luca Basile.

Nell’anniversario della nascita del poeta Aleksandr Puškin, la serata è stata un’occasione per parlare di cultura russa a tutto tondo. Daniele Ceccarini, giornalista e videomaker, ha proiettato i trailer degli ultimi film di Kravčuk. “The Italian” narra la storia di un bambino cresciuto in orfanotrofio, che non accetta di venire adottato da una ricca famiglia italiana, preferendo andare alla ricerca delle sue origini. “Admiral” ripercorre le gesta di un ufficiale fedele al regime, ma infedele in amore. “Viking”, che nel 2018 sarà nelle sale italiane, è un colossal storico con scena finale girata a Ravenna, tra i mosaici del sesto secolo nella Basilica di San Vitale.

Una serata emozionante, all’insegna del dialogo fra popoli, come è nella tradizione del Premio Pavlova.

(In foto, da sinistra: Roberto Lamma, Dina Kotelnikova, Andrej Kravcuk, Anastasia Sinisi, Vinicio Ceccarini, Marat Pavlov).

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