
Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri, rappresentante di un’antica famiglia ortodossa georgiana, un figlio amatissimo Nika, laurea in letteratura e master in pedagogia, consulente e PR. Fedele alle proprie tradizioni, rappresenta, in Italia, la Casa Reale Bagrationi Imeretinsky di Georgia, Armenia e Cilicia, la più antica e nobile dinastia della Cristianità. Le abbiamo chiesto un’intervista da proporre ai lettori di RussiaPrivet, per conoscerla un pò meglio.
Lei rappresenta una delle più antiche famiglie reali d’Europa, ci può parlare della Casa Reale Bagrationi? I Bagrationi sono la più antica dinastia reale dell’intera cristianità, la seconda al mondo dopo quella imperiale del Giappone. I Bagratidi, Bagratuni, Pakradouni, Bagrationi hanno governato principati e regni nel Caucaso, in Georgia e Armenia, per oltre quindici secoli. La tradizione narra che discendano direttamente dai re biblici Davide e Salomone, esattamente da alcuni principi di Palestina, convertitisi al cristianesimo e trasferitisi in Iberia. La storia dei Bagrationi (principi guerrieri, re costruttori e santi ortodossi) insieme alla nostra forte religiosità, alla nostra lingua ed alfabeto, rappresentano il fulcro della identità del popolo georgiano. E sono stati i Bagrationi, insieme ai nobili cavalieri georgiani e armeni, a resistere anche dopo la caduta di Gerusalemme e di Costantinopoli, difendendo il Caucaso, l’Europa e la Cristianità dalle continue invasioni mussulmane persiane e turche.
Per questo siamo un popolo fiero e tosto, perchè ci siamo sempre dovuti difendere dagli invasori, noi pochi, con grande fede e coraggio, contro moltitudini islamiche, tenedo alta la nostra bandiera crociata templare di San Giorgio. Ma i Bagrationi sono sempre rimasti umili e sobri servitori e difensori della patria e della fede, principi in mezzo al loro popolo ed ai loro fedeli nobili cavalieri. Con questa cosapevolezza ed orgoglio, oggi rappresento in Italia la Real Casa Bagrationi Imeretinsky ed il suo degno capo il giovane Principe Irakli che, un sempre maggior numero di miei compatrioti vorrebbe sul trono della Georgia, in nome della giustizia sociale, e della nostra unità e sovranità nazionale
La Georgia è un’opportunità per gli imprenditori italiani? Quali possibilità concrete e consigli ritieni utili segnalare? Siamo una piccola nazione ma in una posizione geopolitica strategica, di passaggio fra oriente ed occidente, ricca di natura e cultura, musiche, danze e un follklore eurasiatico assolutamente unico nel suo genere, ma anche di grandi opportunità di investimento per gli imprenditori italiani.
Penso al settore del turismo, allo sviluppo di alberghi e resort, alle grandi opere infrastrutturali come le autostrade, al commercio del made in Italy (sopratutto design, lusso e moda) alla esportazione dei nostri prodotti, non solo il vino ma anche il the, le nocciole e le spezie (zafferano e peperoncino), carbone e legni pregiati, tessuti e lavorazioni artigianali orientali. Agli amici italiani consiglio di andare direttamente sul posto a conoscere le bellezze e le opportunità della nostra terra, ma, prima, sempre meglio documentarsi e programmare, sentendo le istituzioni diplomatiche quanto i validi consulenti di associazioni serie e affidabili come la nostra ACIGEA presente ed operante, da anni, in tutta Italia, sopratutto a Milano, Genova, Piemonte, Veneto, Roma e Bari.
La leggenda narra che mentre Dio stava distribuendo le terre a tutti i popoli del mondo, i georgiani arrivarono in ritardo. Quando venne chiesto loro come mai, essi risposero che si erano fermati a bere del buon vino ed a brindare alla salute dell’onnipotente. Dio rimase così soddisfatto della loro risposta che concesse loro quelle parte di terra meravigliosa che aveva serbato per se. Ci parli di questo vino così delizioso. Il vino nasce in Georgia, ottimila anni fa… insieme alla razza bianca caucasica… Noi siamo la terra del Vello d’Oro dove i greci venivano a prendere il vino, anche i Fenici, per poi esportarlo via mare, come merce preziosa, in tutto il Mediterraneo. Per noi il vino non è solo il piacere di bere bene, in buona compagnia, ma ha un significato simbolico e spirituale. Il vino ricorda il primo miracolo di Gesù ed anche la Sua ultima cena. Il vino lo bevevano i guerrieri ed i cavalieri templari prima della battagglia ed anche al loro ritorno, per festeggiare le vittorie e onorare i fratelli morti in guerra. Non a caso gli antichi custodi dei nostri vini, e delle nostre vigne sono i nostri monaci ortodossi ed i nostri nobili feudali “aznauri”. Noi abbiamo una grande tradizione di ospitalità, di cene sociali, dove si alternano brindisi, canzoni, danze e poesie, i famosi “sufra”, guidati dal capotavola “tamadà”. In Italia vi sono tanti ottimi vini, ma i nostri sono decisamente particolari, assolutamente da provare. Peraltro, da secoli, producono vini sia i Principi Bagrationi che i Nobili Panchulidze…
Quali sono i progetti e i programmi dell’associazione Italia-Georgia-Eurasia di cui Lei è Presidente? ACIGEA si occupa di cultura, di promozione della nostra identità, di dialogo ecumencio cristiano fra cattolici occidentali e ortodossi orientali, ma anche di consulenza e assistenza legale ai georgiani presenti in Italia ed agli italiani che voglio andare in Georgia, oltre che di promozione del turismo e degli interscambi commerciali.
E nelle nostre molteplici iniziative, coinvolgiamo sempre altre realtà associative e le istituzioni locali, sopratutto in Lombardia. Abbiamo organizzato conferenze e riunioni, ma anche presentazioni di libri e cene tradizionali di cucina caucasica, come il pranco in programma domenica 18 novembre a Milano, per chi fosse interessato: c’è ancora qualche posto disponibile… ACIGEA porta avanti un franco e fraterno dialogo ecumenico cristiano fra ortodossi orientali e cattolici occidentali, nel nome della Santa Croce e delle comuni radici. Per questo, non possiamo che essere preoccupati per quello che è successo in Ucraina, che rischia di dividere il mondo ortodosso.
Purtroppo il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli ha voluto rompere una consolidata prassi per la quale al Patriarcato di Mosca era assicurata la presenza e competenza amministrativa su tutte le terre appartenute alla Unione Sovietica, prima all’Impero Russo degli Zar. La Chiesa Apostolica di Georgia è la più antica di quelle ortodosse, gelosa della sua autonomia, riconosciuta da tutti, ma siamo certamente più vicini ai fratelli russi, in quanto culturalmente conservatori e liturgicamente tradizionalisti veterocalendaristi come noi. La politica non dovrebbe intromettersi nelle questioni religiose ma, in questo caso, come su tutte le crisi di confine ex URSS, è purtroppo evidente la diabolica ingerenza di USA, CIA e NATO, per spaccare il naturale e storico fronte ortodosso eurasiatico. Ma io non mi occupo di politica e non voglio parlare oltre di questa delicata materia…