E’ sempre l’inglese la lingua più utilizzata per il business. La lingua anglosassone rimane la lingua più parlata negli scambi d’affari nonostante l’avvento e i numeri dei paesi orientali. Anche sul web la lingua di mediazione è l’inglese. E’ questo ciò che emerge dal T-Index, algoritmo che lega gli accessi alla rete con il PIL pro capite per poi estrapolarne un indice statistico inerente le potenziali opportunità di mercato. Questo indice, indica la quota di mercato appartenente ad ogni lingua che popola la rete. Questo algoritmo è stato sviluppato dalla Translated per poter generare una classifica delle lingue più commerciali del web. L’inglese, secondo il T-index, è la lingua con il più elevato potenziale d’acquisto pari al 34,8% con un PIL di 40.221 dollari pro capite, 11,3% per il cinese. L’ Italia si piazza all’undicesimo posto con il 2,4%.
Analizziamo un esempio pratico. Una società di commercio elettronico, con sede negli Stati Uniti, possiede un sito internet sia in linga inglese che in lingua spagnola. La società, in fase di espansione, è intenzionata ad aggiungere una terza lingua al proprio portale web. Per effettuare uno studio, da parte dell’ufficio marketing, si consulta il T-Index. Da questa consultazione emerge che il cinese e il giapponese sono le due lingue con il maggior potenziale sul mercato. Il T-Index mette in evidenza che il cinese è parlato sia in Cina che a Singapore, il giapponese, invece, è circoscritto al solo Giappone. Lo studio effettuato dall’ufficio marketing, evidenzia che il loro prodotto, a causa della censura applicata in Cina, può trovare mercato nella sola Singapore. Per cui:
Lingua cinese. Singapore (0,14%) = 0,14%
Lingua giapponese = 7%
Come è stato ottenuto, per il Giappone, l’indice pari al 7%.
In Giappone, il numero di utenti internet è 99.143.700 su una popolazione totale di 126.475.664, il tasso di penetrazione internet è quindi pari al 78,4%. Nel 2010 il PIL pro capite del Giappone è stato di 33.828,066 dollari. Secondo la distribuzione del reddito per quintili, abbiamo stimato che il 78,4% dei giapponesi più ricchi percepisce l’88,28% della ricchezza del Giappone. Per ottenere il PIL pro capite della popolazione internet, abbiamo semplicemente calcolato:
(popolazione totale x PIL pro capite x parte della ricchezza percepita dagli utenti internet) / numero di utenti internet
Applicato al Giappone: (126.475.664 x 33.828,066 x 88,28%) / 99.143.700.
Il PIL pro capite stimato per la popolazione internet in Giappone è quindi 38.094,35 $.
Per ottenere il valore T-Index, abbiamo moltiplicato il numero di utenti internet per il PIL medio pro capite della popolazione internet. Per il Giappone è: 99.143.700 x $ 38.094,35. Infine, per ottenere un valore percentuale per ogni lingua, abbiamo diviso il valore T-Index di ciascuna lingua per la somma dei valori T-Index di tutte le lingue. Questo spiega come sia stato ottenuto un T-Index di 7,0% per la lingua giapponese.
T-Index è uno strumento utile per le aziende che devono scegliere in quali lingue tradurre il proprio sito web anche se, ci sono altri fattori importanti che devono essere presi in considerazione, come ad esempio domanda e concorrenza all’interno del mercato locale, abitudini dei consumatori e metodi di pagamento utilizzati. La traduzione è il primo passo per attirare nuovi clienti, ma ci si deve concentrare anche su altri elementi chiave, come la qualità dei prodotti / servizi e la semplicità dell’interfaccia per indurre i consumatori all’acquisto. Questo indice analizza la ricchezza media pro capite, cercando di mettere in evidenza come e perchè investire in certi paesi invece di altri, mettendo in evidenza su quali lingue investire sul web.
Il T-Index www.translated.net/it/classifica-lingue-t-index è stato realizzato da Translated, un’agenzia di traduzione online che dal 1999 gestisce più di 53.000 traduttori e 14.000 clienti in oltre 110 paesi. Nel 2008, Translated è stata selezionata dall’Eurispes come impresa privata rappresentante dell’Eccellenza italiana.