L’Italiano
Italianetz, regia di Andrei Kravchuk. Una storia vera, simbolo della Russia di oggi alla ricerca della propria identità. Vanya ha sei anni e vive in un orfanotrofio, in Russia. Con lui tanti ragazzi e ragazze di diverse età.
Vanya è invidiato dai suoi compagni perché è stato scelto, come futuro figlio adottivo, da una coppia italiana affabile e generosa. Il bambino è orgoglioso di essere stato notato tra tanti altri, ma in cuor suo “sente” che il suo destino deve essere diverso.
Vuole ritrovare la sua vera mamma e scoprire dove abita. Una voce interiore sempre più forte lo convince che lei non ha voluto abbandonarlo, ma che vi è stata costretta da qualche evento che lui non sa spiegarsi o che non riesce a ricordare.
Decide così di fuggire dall’istituto e di avventurarsi per gli immensi spazi della sua terra. Ma prima di farlo, aiutato da un’amica più grande, imparasegretamente a leggere…
Un racconto delicato e commovente, che trae spunto da un episodio realmente accaduto. Al regista Andrei Kravchuk verrà assegnato il prossimo 6 giugno il Premio Tatiana Pavlova.
L’Italiano
Italianetz, regia di Andrei Kravchuk. anno 2005, durata 90′.
Andrej Kravčuk è un regista e sceneggiatore russo.
Kravchuk aveva quasi completato la sua tesi in matematica quando incontrò i registi Aleksei German e Vladimir Vengerov. Essi gli trovarono lavoro come assistente alla regia nel film We Are Going to America di Yefim Gribov nel 1992. Alla fine delle riprese, Kravchuk decide di lasciare l’università e diventare regista. Viene ammesso all’istituto di cinema e televisione di St.Pietroburgo.
Tra il 1992 e 2001, scrive e dirige i film Indonesiia – lubov’ moya (Indonesia, My Love), Otbleski i Teni (Reflections and Shadows), Vecher i Utro (Evening and Morning) and Rozhdestvenskaya Misteriya (The Christmas Miracle); the documentaries Deti v Strane Reform (Children in the Country of Reforms), Tamozhnya (Customs) and Marlen Shpindler; and episodes of the television series Ulitsa razbitykh fonarei (Streets of Broken Streetlights) and the television miniseries Agent Natsional’noi Bezopasnosti (Agent of National Security).
Nel 2002, dirige il film Chernyi Voron (Black Raven) e il documentario Semyon Aranovich: Poslednii Kadr (Semyon Aranovich: The Final Shot). Dirige il film The Italian, nel 2005, che viene accolto molte bene dalla critica. Nel 2016, dirige il film Viking.