Magadan

Già è difficile trovare fan di Magadan tra i connazionali russi, figuriamoci tra gli stranieri. Il clima rigido e la lontananza della regione della Kolyma sicuramente non favoriscono il turismo. Ciononostante, Rita Bonacini, italiana, ha dichiarato apertamente di essersi innamorata di Magadan!

Rita, come mai ti sei trasferita in Russia e come ti ha accolto questo paese? Sono arrivata la prima volta in Russia circa 20 anni fa. Studiavo lingue all’Università di Parma e sono venuta in Russia con due compagne per frequentare un corso di lingua, per vedere un po’ il paese e cercare di capire come vivesse la gente da queste parti. Quando sono arrivata ho capito subito che sarei rimasta, anche se non so spiegare da cosa e come lo capii. Ho abitato qualche tempo a San Pietroburgo, poi mi sono trasferita a Mosca, dove vivo tutt’ora e dove lavoro presso la filiale russa di una ditta di trasporti italiana.

Spesso si dice che i russi siano seri, freddi, poco gentili. Come si fa a fare amicizia? Adesso è tutto molto più facile grazie a internet e ai social network. Qualunque straniero se vuole può facilmente trovare tramite i social qualcuno con cui parlare, stranieri o anche russi che parlano inglese e a volte italiano. Si può andare a prendere un caffè e conoscersi di persona. Fino a qualche anno fa era molto più difficile. Io mi ricordo che andavo a leggere le mail negli internet-cafè, che non c’erano i cellulari e di quanto ovviamente si tribolasse per conoscere gente. Quando non si parla tanto bene la lingua non sempre ci si sente così a proprio agio da avvicinare le persone per chiedere di fare amicizia.

Io sono stata fortunata, perché abitavo in una casa dello studente e quindi era abbastanza facile conoscere qualcuno. All’epoca era però molto più difficile rimanere in contatto, senza internet e senza il telefono cellulare. Forse di primo acchito i russi sembrano freddi e più silenziosi di noi italiani, questo è vero, però c’è anche da dire che io stessa non sorrido sempre, soprattutto al mattino quando esco per andare al lavoro. Quando sono in compagnia i russi si sanno divertire veramente e io non ci trovo molte differenze rispetto ai miei connazionali.

È difficile che i russi invitino ad uscire con in compagnia con i loro amici, oppure che invitino a casa? Secondo me, al contrario, tante volte è più facile che da noi. Una delle caratteristiche principali dei russi è l’ospitalità – se una persona piace, la invitano a casa, la accolgono. Quando mi sono trasferita a Mosca avevo una sola amica, che oltretutto non era proprio amica mia. Ci siamo conosciute tramite una ragazza di San Pietroburgo, che ricordo mi disse: “visto che vai a Mosca, ecco i contatti della mia amica Natasha. In caso lei ti può aiutare se hai bisogno”. E infatti così è stato. Natasha mi venne a prendere in aeroporto e insieme andammo a vedere l’appartamento che avevo prenotato prima di partire, che però nel frattempo era già stato affittato e quindi io non sapevo dove andare. Natasha mi portò da lei a dormire e il giorno dopo mi aiutò a trovare una sistemazione. Siamo amiche dal 2007.

Le tue pagine sui social sono piene di fotografie di viaggi in Russia e soprattutto di Magadan, che dici essere la tua città preferita. Come mai? Cosa ci hai trovato? Io sono stata quasi ovunque, su 85 soggetti federali di cui è composta la Russia ne ho visitati circa 60. Non mi piace molto il Caucaso, non lo sento vicino, nonostante io stessa venga dal sud – diciamo che non sono posti in cui tornerei, ecco. Invece a Magadan ci voglio tornare di continuo. È stata la mia scoperta, la città dove volevo andare da tanto tempo, guardavo la carta della Russia e pensavo al viaggio. Finalmente 2 anni fa decisi di farmi un regalo per il compleanno e presi il biglietto. Da allora ho la testa a Magadan anche se sono fisicamente a Mosca!

Che cosa si può fare in due settimane di ferie a Magadan? Dipende dalla stagione, dal periodo. In autunno, tra la fine di agosto e settembre, anche se può fare già un po’ freddo, di solito ci sono delle belle giornate di sole e ci sono tante attività diverse da poter fare. Io ad esempio ho fatto trekking, escursioni in macchina per la città e per i dintorni, sono uscita in barca per la pesca in mare, ho visitato i musei e passeggiato lungo la baia. Poi c’è stata la gita in marshrutka (minibus di linea che collega la città ai villaggi della regione) sulla strada della Kolyma, una vera avventura.

Spero che sia finita bene… È stato un viaggio abbastanza estremo, ma per fortuna è finito bene. Io e la mia compagna di viaggio avevamo deciso di visitare il villaggio di Jagodnoe, che si trova a poco più di 500 km da Magadan ed è tristemente famoso, perché non lontano c’erano alcuni campi di lavoro. Abbiamo preso questa marshrutka che parte ogni lunedì mattina da Magadan e passa per Jagodnoe (il suo percorso finisce poi più avanti), e il giorno seguente lo stesso autista torna indietro e lungo la strada carica i passeggeri.

Durante questo viaggio abbiamo imparato che il tempo sulla Kolyma si calcola diversamente, non come altrove. Le strade spesso mancano di asfalto, sono in brutte condizioni, nel viaggio di andata abbiamo bucato due pneumatici e abbiamo dovuto aspettare che l’autista li cambiasse (fortunatamente avevamo con noi le ruote di scorta). La strada della Kolyma è forse la più pericolosa della Russia. Partendo da Magadan ci sono circa 100 km di asfalto, poi sterrato e sassi. Se piove il manto stradale diventa scivoloso e in certi punti può franare. Alla fine, siamo arrivate a Jagodnoe circa due ore più tardi del previsto.

Il giorno dopo l’autista è arrivato con solo un’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia, ma a Magadan invece che alle 9 di sera siamo arrivati alle 4 del mattino, ovviamente del giorno dopo. Abbiamo forato altri tre pneumatici e avevamo finito le ruote di scorta, tanto che l’ultima ce l’hanno dovuta portare da Magadan. Lungo la strada non c’è niente, i centri abitati sono pochissimi, ogni 80-100 km circa ci sono dei container attrezzati per le emergenze e dove prende la rete di telefonia mobile, perché ovviamente lungo la strada anche il cellulare non ha ricezione. Nel container c’è campo e ci si può scaldare al suo interno in inverno, quando la temperatura facilmente arriva a -40/-50.
Abbiamo avuto fortuna perché abbiamo forato la quinta volta a circa 4 km da uno di questi container, e in qualche modo siamo riusciti a raggiungerlo con la macchina (a piedi è sempre meglio non andare, perché si possono incontrare gli orsi). La ruota nuova è arrivata all’una di notte e finalmente siamo potuti ripartire per tornare in città. Quando il telefono ha ripreso la linea, sono stata invasa da messaggi che chiedevano dove fossimo finite!

Anche nella stagione invernale le attività sono molteplici: sci di fondo, discesa, pesca sul ghiaccio (da fare solo con qualcuno del posto e che sappia dove andare). Per Capodanno poi in Russia c’è un’atmosfera particolare e di festa, quindi è bello dappertutto. Quest’anno, il 2 di gennaio, abbiamo anche fatto una cosa utile, organizzando una mattina di lavoro: ci siamo attrezzati e siamo andati a raccogliere i rifiuti che erano rimasti dopo i festeggiamenti.

Pensi che potresti vivere a Magadan? Non lo so. Se me lo avessero chiesto 10-15 anni fa, probabilmente avrei detto di sì, che ci avrei potuto provare. Adesso in realtà penso di no, perché i miei genitori e l’Italia sarebbero ancora più lontani e diventerebbe difficile vederli spesso e andare a trovare la nonna che ormai è molto anziana. La differenza di fuso orario tra Magadan e Mosca è di 8 ore, con l’Italia sarebbero addirittura 10! Inoltre, mi sembra che vivere a Magadan senza la macchina sia piuttosto difficile, e io non sono sicura che riuscirei a guidare su quelle strade, soprattutto in inverno e con il ghiaccio.

Nonostante ci sia stata già alcune volte, quei posti continuano ad avere per me un fascino pazzesco e ci sono ancora molte cose interessanti da fare e nuovi luoghi da visitare, quindi sicuramente ci tornerò, farò tante foto e parlerò a tutti della bellezza e del mistero della regione di Magadan! E ovviamente vedrò gli amici che abitano là e che con il tempo sono diventati per me come una famiglia.

Elios
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