Margherita Guglielmi, vincitrice del Premio Tatiana Pavlova Edizione Speciale 2013

Nell’anno in cui si festeggia il “Centenario della Lirica”, la Giuria composta da Alexander Prokhorov (Direttore della Redazione Italiana de “La Voce della Russia”), Giuseppe Bruno (Direttore del Conservatorio “G. Puccini” della Spezia), Roberto Bufo (Magistrato), Eliana Vecchi (Presidente del la sezione lunense del l ’ Istituto Internazionale di Studi Liguri), Oberto Cecchetti (Vicepresidente della Fondazione “G. Puccini” di Torre del lago), Aldo Bertocchi (Avvocato) e Vinicio Ceccarini (Presidente della “Fondazione Tori” di Porto Venere) ha istituito un’edizione speciale del Premio, attribuendolo a Margherita Guglielmi.

Nata a Portovenere nel 1938, ha studiato a La Spezia con Corbellini e Gavarini e in seguito a Milano con Pastorino. Nel 1954 ha esordito al Malibran di Venezia e nel 1955 ha vinto il concorso di Chiavari dando inizio ad una brillante carriera che l’ha portata oltre che alla Premio Pavlova | 2013 9 Scala, Bologna, Maggio Fiorentino, Palermo, Roma e Torino (dove nel 1975 ha interpretato la prima ital. di “Die drei Pintos” di C.M. von Weber – G. Mahler), in tutta Europa (Copenaghen, Bruxelles, Parigi, Vienna, nonché Jugoslavia e Bulgaria, al Bolscioi, Leningrado, Tbilisi, Kiev), e negli Stati Uniti (Boston, Dallas, Philadelphia, Washington). Si è distinta soprattutto nell’Opera tradizionale italiana (Barbiere di Siviglia, Lucia di Lammermoor, La Cenerentola).

L’esordio alla Scala di Margherita Guglielmi Sarebbe meglio dire: l’esordio come cantante della Scala: Margherita infatti pur essendo inserita nella troupe del teatro milanese non aveva mai cantato in nessuno spettacolo allestito da quel sodalizio. Nel 1964 La Scala portò al Teatro Bolscioi di Mosca la “Lucia di Lammermoor” diretta da Nino Sanzogno. Gli interpreti erano: Renata Scotto, Carlo Bergonzi, Piero Cappuccilli; la signora Guglielmi era stata aggregata come sostituta di Renata Scotto. Le prime tre rappresentazioni avvennero regolarmente e la Scotto riscosse un meritato successo. Alla vigilia della quarta la direzione comunicò a Margherita che avrebbe sostituito il soprano. “Pur essendo preparata da sempre a quel giorno, mi sentivo preoccupata come non mai – dice la signora- Esordire per la Scala non a Milano, ma a Mosca, in un teatro non meno leggendario come il Bolscioi. Il senso di responsabilità mi opprimeva”. L’esordio ebbe un esito trionfale. Appena calato il sipario sulla scena della pazzia, mentre dal pubblico letteralmente esplodeva un clamoroso applauso, il sovrintendente Ghiringhelli corse a stringere la mano della cantante esclamando “Brava, brava signorina!” “Quando, al termine dei festeggiamenti, arrivai in camera – dice ancora la signora – stetti a lungo in piedi vicino alla finestra in una sorta di trance: guardavo la Mosca notturna e piangevo. L’animo era leggero, ero contenta per il risultato, ma sentivo, nello stesso tempo, tutta la solitudine di quei momenti. Non avere nessuno dei miei cari accanto in una notte come quella mi pesava terribilmente”.

La signora Guglielmi ricorda con viva gratitudine e nostalgia il pubblico moscovita. A qualche giorno dall’esordio partecipò al concerto conclusivo della tournée presso il Palazzo dei Congressi del Cremlino, gremito nei suoi seimila posti. Cantò arie dalla Lucia e dal Barbiere. La limpida e calda voce, l’affascinante modo di porgersi al pubblico, la grazia e la leggerezza con la quale superava difficoltà da virtuosi, incantarono gli spettatori che le rivolsero applausi fragorosi e chiamate a non finire. La signora aveva conquistato i Moscoviti. La Russia era divenuta la sua seconda Patria. “A Mosca sono nata come solista della Scala e questa città rimarrà sempre nel mio cuore” dice la signora ripensando a quei momenti.

Nel 1966, dopo avere finalmente calcato il palcoscenico della Scala con il “Don Pasquale” e il “Guglielmo Tell” e dopo essersi esibita a Genova, Dublino, Losanna, Vienna e Philadelphia, Margherita ritorna nell’URSS. Porta “Lucia di Lammermoor”, “Rigoletto” e “Il Barbiere di Siviglia” a Kiev, Leningrado e di nuovo a Mosca, dove dà anche due concerti nella grande sala del Conservatorio, gremita per l’occasione. Uno dei concerti era riservato agli studenti che la accolsero con un calore indescrivibile e le regalarono un orso di legno che ancora oggi fa bella mostra di sé nella sua abitazione. Un nuovo incontro con i Moscoviti avvenne nell’ Aprile del 1967 al termine di una tournée che toccò le città di Tallin, Leningrado, Riga e Minsk. A Mosca tenne due concerti presso la Sala Grande del Conservatorio, che registrarono il tutto esaurito. “In uno di questi concerti – dice la signora Guglielmi – i Moscoviti mi vollero espressamente accanto a Domingo e Cappuccilli. Nell’occasione Placido mi accompagnò al pianoforte nell’esecuzione del “Saper Vorreste” dal Ballo in Maschera”.

Il ritorno da Mosca dopo la seconda tournée ebbe a testimone un giornalista moscovita, Alexander Less, che così descrive il suo incontro con la cantante, mentre accompagnava gli ospiti all’aeroporto “Sceremet’ evo” “… sedeva vicino al finestrino e, senza distogliere gli occhi, guardava Mosca. Guardava fisso, attentamente: godeva ancora una volta del colore dorato e porpora degli alberi. Margherita teneva sulle ginocchia un enorme orso in legno che non si era sentita di far mettere nel bagagliaio. – Signorina – mi rivolgo a lei – mettete pure il vostro orso sul pavimento, ecco in quell’angolo…. Non gli succederà niente…. per lei è così scomodo!… – -No! – respinge la mia offerta – No! È il regalo più caro che mi abbiano fatto. Me lo hanno regalato gli studenti di chimica: ho cantato per loro canzoni napoletane … –

E si strinse l’orsacchiotto al petto”. Altri incontri con i Moscoviti avvennero negli anni successivi e furono sempre caratterizzati dal caloroso favore del pubblico. come testimonia lo scritto, che l’intendente della Scala, Paolo Grassi, inviò alla signora nel 1974: Milano 2 luglio 1974. Gentile Margherita, sono certo che nel suo cuore vi è intatta l’eco del pubblico del Bolscioi e del Cremlino, della simpatia e dell’entusiasmo che Mosca ha decretato alla “Cenerentola” e a Lei. La Scala è grata a Lei e io desidero dirle col mio grazie la mia simpatia di sempre e la più viva cordialità. Paolo Grassi.

Elios
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