Milena Vukotic, vincitrice del Premio Tatiana Pavlova 2012

Quest’anno la Giuria composta da Alexandre Porkhorov (Direttore della Redazione Italiana de “La Voce della Russia”), Giuseppe Bruno (Direttore del Conservatorio “G. Puccini” della Spezia), Roberto Bufo (Magistrato), Eliana Vecchi (Presidente della sezione lunense dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri), Silvano Andreini (Direttore artistico del Cinema “Il Nuovo”), Oberto Cecchetti (Consigliere della Fondazione “G.Puccini” di Torre del Lago), Aldo Bertocchi (Avvocato) e Vinicio Ceccarini (Presidente della “FondazioneTori”) ha attribuito il Premio a Milena Vukotic, straordinaria interprete di teatro, cinema e televisione.

Una donna dolce e splendida che è ormai una leggenda, una ballerina d’eccezione, l’interprete di personaggi rimasti per sempre nella memoria collettiva del pubblico. Milena ha lavorato con tutti i grandi registi italiani e stranieri da Fellini a Monicelli, dalla Wertmüller a Buñuel. Troviamo Milena in tutti i momenti più belli dello spettacolo e la sua presenza è senza fondamentale e decisiva. Il pubblico ama e ha sempre amato questa attrice, che come dice Lina Wertmüller è “veramente molto brava” e alla domanda in cosa Milena riesce meglio si deve rispondere “Milena non è prigioniera di nessun ruolo perché è brava in tutto e in scena può cantare, ballare, far ridere e piangere”. Oggi è presente tra noi e noi Le siamo grati del suo sorriso, della sua dolcezza, della grazia con cui ci accompagna.

Sono infine lieto di proporre l’intervista-documentario, realizzato da Davide Costantini e Daniele Ceccarini, a Lina Wertmüller sull’eccezionale vita artistica di Milena. Concludo questa introduttiva al Premio Tatiana Pavlova con un piccolo omaggio a Milena, una nota in cui si racconta qualcosa della storia straordinaria di Milena e della sua eccezionale famigliare.

Milena Vukotic racconta la sua avventura artistica. E’ un racconto emozionante: Fellini, Monicelli, Buñuel, Wertmüller, Scola, Zeffirelli… E’ la magia di un’attrice eccezionale, che fa sognare. Intorno a lei c’è un’atmosfera magica. Il manifesto della nonna Gemma, una pianista straordinaria apprezzata da Saint-Saëns e Massenet, i disegni di Luzzati, le fotografie di Tania Balachova, Nina Vyrubova, Serge Lifar. Milena è la protagonista di un incantesimo, iniziato con Cosimo, il bisnonno liutaio. Un’arte incredibilmente difficile, che richiede una sensibilità particolare. La capacità di dare voce alle corde dentro una cassa di legno d’acero. Un mistero magico. Milena non ha mai conosciuto questo lontano antenato, che dava voce al nulla,ma la magia dell’arte è rimasta dentro di lei. Sembra di ascoltare una fiaba. Un liutaio lavora ad un pezzo di legno, che piange il bosco pieno di fiori. Cosimo parla con il legno. Dolcemente lo accarezza. Lo modella. Gli parla con amore, lo consola. Gli chiede perdono per le ferite. Gli promette che diventerà qualcosa di importante: uno straordinario strumento musicale, capace di rompere il muro del silenzio. Il legno si sente orgoglioso, non diventerà carbone, non brucerà nel fuoco. Per il pezzo di acero ci sarà un destino eccezionale: diventare un liuto. L’acero continuerà a vivere nella musica. Cosimo, il liutaio, racconta che la magia della musica è la fragilità della bellezza. Prima di ascoltarla la musica non esiste ancora, quando si è ascoltata non esiste più. La musica è l’attimo nel vuoto che segna il passaggio tra l’essere e il non essere. Quando esiste è già finita. Qualcosa di impalpabile come la bellezza.

Cosimo il liutaio è come se stabilisse un patto con il grande albero di acero. In questo patto segreto l’acero svela a Cosimo il mistero dell’arte. Un segreto che non può essere rivelato, ma solo donato. Gemma, la figlia più piccola di Cosimo, a sette anni sa già far scivolare magicamente le mani sulla tastiera del pianoforte, è una enfant prodige. In breve tempo la sua fama varca i confini d’Italia, Gemma viaggia ed è applaudita in tutto il mondo. Massenet, entusiasta e pieno di ammirazione: “Cara Signorina, tengo a porgerle le mie felicitazioni personali al voto che le ho dato con tanto piacere. Creda ai miei sentimenti più calorosi e la mia ammirazione per il suo bel talento Jules Massenet”, Parigi 21 luglio 1883. È una carriera straordinaria, iniziata quando era una bimba, che continua brillantemente anche quando Gemma è ormai una giovane donna. Il destino regala a Gemma un amore.

È Fausto Nervi, un giovane brillante e innamorato. Cosimo non accetta questo amore. Ma Gemma non è il legno di un liuto, ha un’anima forte e vibrante come le corde di un violino. Il giorno del suo ventunesimo compleanno, mentre è a Venezia, fugge di notte con l’aiuto del suo innamorato dalla casa di Cosimo. Si sposano. Si trasferiscono nel lontano Brasile, dove Gemma insegna al Conservatorio di Musica di Rio de Janeiro. Lì nasce una bambina splendida, Marta, ma Gemma e Fausto sembrano inseguiti da un destino feroce e brutale. La febbre gialla e la malaria li uccidono, nello stesso giorno. La piccola Marta rimane sola. Della mamma neppure il ricordo, ma per lei è sufficiente guardare il pianoforte per diventare una pianista. Marta, ora adulta, incontra Jovan Vukotic, uno scrittore che viene dal Montenegro. E’ un uomo straordinario che lavora con le avanguardie futuriste, conosce Pirandello… Milena nasce avvolta in questo incantesimo dell’arte. La sua famiglia lascia Roma e gira per mezza Europa, seguendo Jovan, diplomatico jugoslavo: Istanbul, Vienna, Londra, infine Parigi… Studia la danza al Conservatoire National de Musique di Parigi. Entra nel corpo di ballo dell’Opera, poi nella Compagnia di Roland Petit, infine nel Grand Ballet du Marquis De Cuevas. La danza è l’arte che coinvolge il corpo e la mente. Milena vola nella musica, il suo corpo si muove nell’armonia dei suoni. Intanto studia recitazione con Tania Balachova e conosce le avanguardie teatrali parigine. Vede il film La strada e decide di tornare a Roma, dove è nata. Vuole conoscere Fellini, recitare nei suoi film. Entra nella compagnia Morelli-Stoppa. Lavora in teatro con Giorgio Strehler, Franco Zeffirelli, Franco Enriquez, Paolo Poli, Antonio Calenda, Beno Besson, Piero Maccarinelli, Mario Missiroli, Mario Morini, Terry D’Alfonso e Lina Wertmuller. Milena fa cinema, teatro e televisione, non solo in Italia, anche in Francia e Germania. Lina Wertmüller la vuole in “Gian Burrasca” con Rita Pavone. Poi è la volta di “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll, un grande successo televisivo.

Nel 1963 il primo ruolo cinematografico ne Il giovedì di Dino Risi. Luis Buñuel la sceglie per il ruolo dell’infermiera nel “Fantasma della Libertà”, di Inés nel Fascino discreto della borghesia, della viaggiatrice in “Quell’Oscuro Oggetto del Desiderio”. Milena recita nei film di Alessandro Blasetti, Federico Fellini, Alberto Lattuada, Lina Wertmuller, Mauro Bolognini, Dino Risi, Mario Monicelli, Andreij Tarkovskij, Nagisa Oshima, Ferzan Ozpetek, in ruoli sia drammatici che di genere leggero e comico. Milena è anche il volto di Pina, la sposa del rag. Ugo Fantozzi. Nel 1998 ritorna in televisione nella serie TV di successo “Un Medico in Famiglia”, dove interpreta il personaggio un po’ snob di nonna Enrica, contrapposta al più affabile Lino Banfi nel ruolo di nonno Libero. Milena ha una capacità eccezionale di rappresentare donne e personaggi. Tutto questo è un mistero, il mistero dell’arte che si sente e non si spiega: l’incantesimo del liutaio magico. Nel 2002 ottiene il Premio Eleonora Duse in riconoscimento della sua prestigiosa carriera teatrale, in particolare per le interpretazioni, in quell’anno, di Le donne di Picasso di Brian McAvera, con regia di Terry D’Alfonso, e Notte di grazia scendi di Samuel Beckett, diretta da Mario Morini. Nella stagione 2004 interpreta il dramma “Lasciami Andare Madre” di Helga Schneider, per la regia di Lina Wertmuller, e il monologo “II Piccolo Portinaio” di Marco Amato, con la regia di Walter Manfré. Nel 2007 in “Saturno Contro”, di Ferzan Özpetek, ha il ruolo della severa infermiera che ha in cura il personaggio che di lì a poco morirà e dovrà informare gli amici in attesa. Nel 2007 vince il Ciak d’Oro alla carriera e oggi il “Premio Tatiana Pavlova”, dedicato alla grande attrice e regista russa.

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