Juncker motu proprio ha autorizzato l’introduzione in tutta l’Ue di 19 Ogm, senza attendere il parere di Parlamento e Consiglio Europeo.
L’autorizzazione ha la durata di 10 anni su tutto il territorio europeo e include gli Stati che si erano opposti. Ecco la lista degli Ogm autorizzati da Juncker: sui 19 approvati, 17 sono per l’alimentazione umana e animale e 2 riguardano specie di garofani.
Ben 11 sono brevetti dell’americana Monsanto (soia, mais, colza e cotone), gli altri 8 sono prodotti della statunitense Dupont e dei gruppi tedeschi Bayer e Basf.
Il provvedimento è stato pesantemente criticato in quanto indica un’attenzione speciale delle istituzioni europee per gli interessi delle multinazionali a danno della biodiversità e della libera scelta. Ricordiamo infatti che sementi non incluse in una lista della Ue sono vietate. La lista privilegiano le sementi industriali ed escludono varietà antiche e tradizionali E’ drammatico il fatto che la Kokopelli che promuove la biodiversità sia state punita con multe astronomiche e la cessazione dell’attività per aver diffuso semenze tradizionali secondo una sentenza della Corte Europea del 2012. Una sentenza che rovesciava la posizione dell’Avvocatura Generale della stessa Corte Europea, la quale stimava che «il divieto di commercializzazione di sementi (…) è non valido in quanto viola i principi di proporzionalità e di libera impresa secondo l’articolo 16 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, la libera circolazione delle merci secondo l’articolo 34 Tfue così come il principio di uguaglianza di trattamento secondo l’articolo 20 della detta carta».
E’ incredibile che la sentenza della Corte ribalti il parere dell’Avvocatura e vieti le sementi tradizionali. Per i singoli Stati è oggettivamente la fine della sovranità alimentare. Se in teoria i singoli Stati potrebbero vietare gli Ogm sul proprio territorio, in pratica devono accettare la riforma proposta dalla stessa Commissione Juncker, che rende più facile l’importazione di Ogm in Europa e allo stesso tempo permette ai singoli Stati di vietarle. Il fatto che rende questa procedura molto complicata è che i divieti che però devono essere motivati in base a pericolo per salute e ambiente. Di conseguenza, l’onere della prova grava sugli Stati membri, con l’ukteriore conseguenza che gli atti dei singoli Stati membri sono sempre impugnabili. In breve, un colpo alla produzione di prodotti DOP italiani . Per i consumatori sarà facile trovarsi in tavola un maiale nutrito con soia transgenica chissà dove.