Vicino al Santuario di Curtea de Arges, dove sono sepolti i grandi re della Romania, il prof. Gheorghe Ungureanu, grande ammiratore di Ceausescu, ha fondato il nuovo Partito comunista Romeno.
Su un grande cartello accanto ad una vecchia bandiera rossa con falce e martello si legge Partitul Comunistilor. Il fatto nteressante è che Gheorghe Ungureanu non è mai stato membro del partito comunista romeno, è considerato una vittima del regime repressivo del PCR e che è stato condannato nel 1975 per la critica al regime. Gheorghe Ungureanu è oggi un signore distinto, che si esprime, pulito, corretto e ha una fede incrollabile nel comunismo. Per 41 anni ha insegnato lingua rumena in comune di Curtea de Arges a Cicăneşti. Ha scritto poesie, epigrammi, testi politici e di folklore rumeno e ha utilizzato la laurea in giurisprudenza per affrontare i molti processi con lo stato romeno prima del 1989 e dopo. In questo clima, in cui la corsa al nuovo ha cancellato ogni traccia del passato, il compagno Ungureanu, come ama farsi chiamare, racconta che era seguito dalla Securitate da quando aveva 13 anni e mezzo e che è stato oggetto di indagini ben 50 volte, che è stato minacciato, picchiato e di aver fondato il Comitato Popolare Rivoluzionario per la difesa del socialismo il 22 dicembre del 1989, a Curtea de Arges, anche se aggiunge volevo fare un partito comunista dal 1967, quando è diventato chiaro che la PCR era entrato in un solco deviazionista.
E’ difficile dire quanti sono i membri del nuovo PCR, ma Ceacescu nella Romania è ancora popolare tra gli strati più poveri della popolazione, quelli che più hanno sofferto il regime, oggi ulteriormente impoveriti dalla svalutazione e da uno sviluppo economico ultraliberale.
A Curtea de Arges dove i segni del cambiamento sono fortissimi, dove la percentuale di immigrazione è altissima la presenza di questo partito è un fatto emblematico, che si ricongiunge a fenomeni analoghi in tutta la Romania. Il binomio democrazia-capitalismo ha lasciato molte vittime e chi non avuto la capacità di adeguarsi ai tempi è stato travolto dalla povertà. Il prof. Gheorghe Ungureanu é espressione di questo malessere, che trova consenso negli strati sociali più poveri della Romania. Il PCR a livello nazionale sta cercando di trovare una propria legittimazione. Recentemente i giornali hanno riportato la notizia che Petre Ignatencu, il presidente del partito, ha accolto migliaia di firme per ottenere il riconoscimento formale del nuovo partito comunista romeno, anche se è stato dichiarato illegittima la sua ricostituzione dalla nuova costituzione della Romania. Restano irrisolte molte domande: come sia avvenuto l’accentramento del potere nelle mani della famiglia Ceaucescu, la distruzione di Bucarest, una delle più belle città dell’est europeo, la repressione religiosa, i pesanti sacrifici imposti al popolo rumeno per i debiti col Fondo monetario internazionale, la gestione famigliare-monarchica del PCR da parte del dittatore e la strana rivoluzione del 1989, gestita dall’elite politica vicina a Ceacescu, la frettolosa esecuzione della pena di morte, il dramma della repressione che nelle carceri, soprattutto di Pitesti e da ultimo la svendita forzata delle ricchezze della Romania, dopo la caduta del comunismo, ma di queste cose pare nessuno voglia parlare, meglio lasciare tutto nel buio: gli scheletri, meglio lasciarli negli armadi.
Per saperne di più: Evz.ro – Gheorghe Ungureanu