Punta Perotti, la Corte di Strasburgo e la costituzione italiana

La Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per la confisca dei terreni di Punta Perotti. La motivazione è “violazione della proprietà provata“.

I giudici di Strasburgo hanno ritenuto che l’Italia non avrebbe dovuto confiscare per costruzione abusiva i terreni del complesso immobiliare in provincia di Bari, demolito nel 2006, perché non c’erano state condanne definitive. La sentenza è particolarmente importante perché riguarda anche i casi di Testa di Cane, Fiumarella di Pellaro e Golfo Aranci e ripete il precedente del 2012 quando l’Italia fu condannata  pagare 49 milioni di euro di risarcimento. Fin qui i fatti, ma le problematiche sono molto più complesse. Al di là della necessità di leggere con attenzione la sentenza sta di fatto che il problema di fondo è il rapporto tra le sentenze di Strasburgo e la Costituzione italiana. 

C’è da chiedersi quali sono i parametri di valutazione che hanno motivato la sentenza. In particolare, c’è da chiedersi se la sentenza in discussione ha preso in considerazione l’art. 41 della Costituzione italiana che afferma che l’iniziativa economica è libera e non può svolgersi  in in contrasto  con l’utilità sociale  o in modo da arrecar danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Non solo, ma che la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata  coordianta a fini sociali.  Infine,  il secondo comma del l’art. 42 introduce il concetto di limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale tra i due interessi in gioco la proprietà privata e l’interesse collettivo (la bellezza, la tutela del paesaggio..) la Corte ha deciso per la prima opzione. Una scelta di campo forte, che ha ribaltato l’operato della magistratura italiana.

Da qui, la questione di fondo: la Costituzione italiana sulla quale si regge l’azione della magistratura italiana è ancora uno strumento valido? Per i Giudici di Strasburgo è un riferimento giuridico o  un pezzo di carta? Un problema cruciale di questi tempi che vedono la sovranità dello Stato italiano pesantemente umiliata e dove, come in questo caso, è in gioco la bellezza dell’Italia che forse i giudici di Strasburgo non conoscono. Un’Europa lontana dai sentimenti collettivi è difficile da amare. Per saperne di più clicca qui.

Elios
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