Soldati italiani caduti in Russia: a Mosca una Messa in suffragio dei soldati italiani caduti in Russia, a breve il rientro delle salme in Italia.
Il 10 aprile 2018 è stata officiata la Messa a ricordo dei 100 soldati italiani caduti in Russia durante la 2ª Guerra Mondiale.
I loro resti sono destinati presto a rientrare in Italia per essere tumulati presso il Sacrario Militare di Cargnacco.
La Messa è stata celebrata presso la Cattedrale della Immacolata Concezione a Mosca, dal Nunzio Apostolico Monsignor Celestino Migliore, alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia, Pasquale Terracciano e dell’Addetto per la Difesa Gen.B. Alfonso Miro.
Il Network su informazione e difesa presica che “L’individuazione, l’esumazione e il successivo rimpatrio dei caduti italiani individuati è stata un’attività lunga e delicata svolta dall’Associazione russa “I Memoriali Militari” su iniziativa della Direzione Storico-Statistica del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti della Difesa per il tramite dell’ufficio militare dell’Ambasciata d’Italia a Mosca”.
Si tratta di un fatto di grande importanza a ricordo di una delle vicende più drammatiche della seconda guerra mondiale, dove migliaia di giovani sono stati trascinati da una guerra senza senso.
Da un articolo di Fausto Biloslavo di – Sab, 17/09/2016 – su Il giornale si apprende che “…durante la disfatta di Russia furono uccisi in combattimento 20mila soldati italiani e ben 70mila morirono in prigionia e durante le famigerate marce del davai. Meglio note come marce della morte per raggiungere nella morsa del gelo e senza cibo i campi di concentramento.
A Kirov sono arrivati i prigionieri ungheresi, italiani, romeni, tedeschi finiti in mani russe nel 1942-1943, durante e dopo la battaglia di Stalingrado e la liberazione di Voronezh. Nelle sacche provocate dal crollo dell’armata germanica è finito mezzo milione di uomini. E tanti non sono mai tornati a casa”.
Il rientro a casa dei reduci fu tragico, nella nuova Italia non c’era posto per loro e le loro soffrenze non interessavano e per molti erano colpevoli della guerra fascista. In realtà, questi ragazzi furono le vittime di vicende più grandi di loro.
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