Roberto Ciccarelli, da Spinoza un invito alla vita

Roberto Ciccarelli ha il merito di aver inaugurato una nuova stagione di studi su Baruch Spinoza. Il filosofo amato da Hegel: «essere spinoziani è l’inizio essenziale del filosofare», da Nietzsche: «ho un precursore e quale precursore!» e da Einstein che arrivò ad affermare che il Dio degli uomini di scienza non può essere che il Dio di Spinoza.

Un lavoro molto complesso e difficile sotto il profilo esegetico, perché come si nell’introduzione all’ETICA in una rara edizione russa del 1957 Spinoza usa spesso termini scolastici in un senso completamente diverso, rispetto all’uso classico. (Спиноза часто использует схоластические термины в совершенно другом, не принятом в схоластике смысл) Pertanto, per comprendere il vero significato di questo lavoro, è necessario tener conto delle premesse scientifiche e ontologiche essenzialmente nuove su cui si è basato il filosofo.  L’esperienza di esistere nel mondo corporeo di essere individualità legata necessariamente alla vita dell’altro impone una riflessione sulla costruzione della vita collettiva. Chi è l’uomo, quali regole giuridiche governano la sua esistenza? L’altro è un oggetto o esiste come parte del mio stesso vivere collettivo? Nella complessa ricerca che segna il percorso scientifico, Roberto Ciccarelli cerca nelle pagine del filosofo olandese una risposta significativa alla questione dell’essere uomo nel suo vincolo antropologico. Nel recente L’originalità dello Potenza e beatitudine. Il diritto nel pensiero di Baruch Spinoza Ciccarelli scopre come, per Spinoza, il diritto non regola la vita umana e che il diritto permette di collegare la vita nutritiva all’intimo carattere della contemplazione senza oggetto: la scienza intuitiva di Dio, origine della beatitudine e della massima estensione della potenza del soggetto.

Nel successivo Immanenza e politica in Spinoza edizione Aracne propone una filosofia affermativa ed espansiva della vita; l’elaborazione di un regime di governo democratico capace di affermare in maniera positiva e immanente le qualità dell’essere in comune.  

Ciccarelli affronta il tema della resistenza della filosofia giuridico–politica moderna a pensare la norma insieme alla vita — non sulla vita, e neanche a partire dalla vita, ma nella vita —, vale a dire l’immanenza della politica con la vita. Il tema di fondo è la liberazione della vita dall’imposizione giuridica e la rivelazione del carattere originariamente immanente di vita e diritto, di vita e politica.  Per questa ragione, Ciccarelli riconosce in Spinoza il caposaldo di una filosofia affermativa ed espansiva della vita, ma anche il pensatore della politica che ha elaborato un regime di governo democratico capace di affermare in maniera positiva e immanente le qualità dell’essere in comune. In Immanenza. Filosofia, diritto e politica della vita dal XIX al XX secolo per Il Mulino, Ceccarelli afferma che la filosofia per Spinoza è pensiero della vita, non meditazione sulla morte. Partendo da questa intuizione Ciccarelli propone un orizzonte problematico in cui l’epistemologia del vivente si intreccia con la storia, la filosofia e il diritto secondo quella prospettiva analitica che da qualche tempo ha assunto il nome di biopolitica. Un lavoro pregevole che proponiamo ai nostri lettori alla luce della prospettiva che vede nella libertà la pienezza della vita.

Elios
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