
Pierre Tchakhotine – ideatore e capofila del progetto “SANTA ANASTASIA” insieme all’Associazione Culturale “Liguria Russia Sanremo Nice Côte d’Azur” presenta la missione “Santa Anastasia – una speranza per la pace”.
PIERRE TCHAKHOTINE. Pittore pastellista. Nasce a Parigi, nel 1943. Vive la sua adolescenza in Italia e in Russia. Nel 1968 si laurea in Fisica all’Università di Mosca. Per dieci anni svolge ricerche di geofisica marina presso l’Istituto di Oceanologia. Nel 1978 rientra in Francia. Pittore-pastellista. Dal 1987 vive in Italia, a Murazzano, in provincia di Cuneo, dove si dedica alla pittura paesaggistica nella tecnica del pastello soffice. Svolge un’intensa attività espositiva in vari Paesi. Dal 2000 è membro dell’Unione Pittori di Russia. Ha organizzato varie esposizioni internazionali, tra cui la mostra “Europastello” in Italia (2002) e a San Pietroburgo (2003), con la partecipazione di oltre 300 artisti europei; il plein-air italo-russo del pastello in provincia di Cuneo (2011) con successive mostre nel 2013 in sei città di Russia, tra cui Mosca e San Pietroburgo. E’ ideatore e promotore, dal 1988, del progetto “Santa Anastasia” e autore di pubblicazioni dedicate alla Santa martire di Sirmio.
Vita di Santa Anastasia di Sirmio. Anastasia nacque a Roma nel 281 da un’agiata famiglia patrizia. Il padre, Pretestato, era senatore. La madre, Fausta, era cristiana. Anastasia fu battezzata di nascosto ed ebbe come precettore San Crisogono, che accompagnava nelle catacombe romane. Rimasta orfana di madre in tenera età, fu data in sposa contro la sua volontà ad un marito di fede pagana. Questi, avido del denaro ottenuto in dote dalla giovane moglie, la maltrattava, le vietava di aiutare i poveri e la chiuse in casa per impedirle di svolgere la sua missione. Trascorso un certo tempo, quell’uomo violento naufragò durante un viaggio in Persia e Anastasia si ritrovò libera. Da allora la giovane donna poté adoperarsi in opere di carità. Lei impiegava la fortuna ereditata dal padre. Intanto Crisogono fu arrestato, trasferito ad Aquileia, condannato e giustiziato. Il corpo del Santo fu seppellito dalla sua discepola in quella città, all’epoca molto importante. Fu cosi che Anastasia iniziò il suo servizio a favore dei perseguitati recandosi nelle carceri dove soffrivano i condannati.
Da Aquileia, Anastasia si recò nelle province orientali dell’Impero e giunse a Sirmio, capitale dell’Illiria Settentrionale. In alcune versioni della storia della sua vita è scritto che passò a Salonicco, dove avrebbe incontrato Teodosia, la sua compagna in opere di carità. Le due donne pagavano i carcerieri per visitare i prigionieri, portare loro alimenti, curarne le malattie e le ferite, confortare nella fede e dare l’estrema unzione ai moribondi col balsamo a base di mirra.
Infine Anastasia fu arrestata e processata con l’accusa dell’essere cristiana. Rifiutò di abiurare, sennonché cittadina romana di nobile origine, non poteva venire condannata a morte senza il consenso dell’imperatore, dinanzi al quale fu portata per essere da lui interrogata. Diocleziano, vedendo I’ostinazione della giovane, la rimise nelle mani del sacerdote pagano Ulpiano. Questi, invaghitosi della sua bellezza, cercò di farle violenza, ma appena la sfiorò fu accecato e morì tra atroci dolori.
Anastasia si ritrovò libera e con Teodosia prosegui le visite alle carceri di Sirmio, ma presto le due donne furono nuovamente arrestate. Teodosia ed i suoi tre figli furono uccisi barbaramente, mentre Anastasia fu gettata in una buia prigione. II prefetto dell’Illiria, Probo, provò con l’astuzia e le lusinghe a farle cambiare idea proponendole di scegliere tra la ricchezza e la libertà o l’atroce supplizio. Non essendo riuscito a piegare la volontà della giovane, egli la fece rinchiudere in una cella senza darle cibo e acqua per sessanta giorni, facendole subire la tortura della fame. Anastasia superò con coraggio anche questa prova, rimanendo fedele al suo credo. Fu allora condannata a morire annegata, insieme al cristiano Eutichiano e ad altri 120 detenuti, in un barcone con lo scafo perforato.
Come narra la leggenda, il barcone, tuttavia, approdò ad un’isola di nome Palmària, dove tutti i prigionieri si fecero battezzare da Anastasia ed Eutichiano. Saputo il fatto, Probo inviò i legionari che fecero una strage generale. Anastasia fu legata per le mani e i piedi a quattro pali, come in croce, bruciata viva e poi decapitata. La notte stessa, la matrona Apollonia raccolse la salma della giovane, la caricò su una barca e la seppellì nel proprio vigneto, dove innalzò una cappella in sua memoria. Secondo i martirologi, il fatto accade a Sirmio il 25 dicembre del 304. Dopo che Sirmio fu distrutta da Attila, nel 467 le spoglie di Anastasia furono traslate a Bisanzio e collocate in varie chiese, tra cui quella dedicata alla Santa che fu beatificata e dichiarata Grande Martire della Cristianità. E’ la Protettrice dei carcerati e perseguitati, degli ammalati, delle partorienti e dei terremotati. Altri suoi appellativi sono: Santa Anastasia Pharmacolytria (la Curatrice), la Giovane, l’Illirica. Nel calendario cattolico, fino alla metà del XX secolo, era ricordata il 25 dicembre, mentre in quello ortodosso – il 4 gennaio (22 dicembre del calendario giuliano). Santa Anastasia è simbolo ideale di carità, di solidarietà e di pace. Il suo nome proviene dal vocabolo greco Anastasis e significa “Risurrezione”.

Storia della missione “Santa Anastasia”. Nel 1988, a Sale San Giovanni nelle Langhe, in provincia di Cuneo, fu costituito un comitato pro-restauri degli affreschi del 1493 nella cappella Santa Anastasia, edificata dai monaci benedettini nel 1050. I lavori si svolsero negli anni 1990-1992 e vi parteciparono specialisti italiani e russi. Degli affreschi del XIII secolo, raffiguranti scene della Natività, furono scoperti sotto la calce e restaurati. Nel 1994 nel villaggio di Uchma, sito nel distretto di Myshkin, in regione di Jaroslavl, sulla riva destra del Volga, venti chilometri a valle della città di Uglich, fu edificata e consacrata al culto dall’arcivescovo di Jaroslavl, Mikhej, una chiesa lignea dedicata a Santa Anastasia martire di Sirmio. Nell’ultimo decennio del XV secolo, il beato Cassiano, detto il Greco, vi aveva costruito un eremo, che poi fu chiamato il “deserto di San Cassiano”. All’epoca sovietica, negli edifici dell’antico monastero si trovava uno dei campi di lavoro del sistema concentrazionario del Volglag.
Nell’estate del 1995 due icone, raffiguranti Santa Anastasia nelle tradizioni iconografiche occidentale ed orientale, realizzate dagli artisti di Uglich Nadia Lavrova e Nikolay Gaverdovsky, furono spedite nel cosmo a bordo della stazione orbitante russa “Mir” durante le missioni spaziali diciannovesima e ventesima. Prima del loro lancio nello spazio, le icone furono benedette da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II e da Sua Santità il Patriarca di Mosca Alessio II. Obiettivo dell’iniziativa era contribuire alla fine del conflitto nei Balcani negli anni Novanta e alla riconciliazione tra serbi e croati. Agli abitanti del Pianeta le icone furono presentate dai cosmonauti Anatoly Solovyev e Nikolay Budarin. Le immagini sacre rimasero nel cosmo durante sette mesi, compiendo oltre 3000 rivoluzioni attorno alla Terra, dove ritornarono a fine febbraio del 1996.
Nel mese di marzo dello stesso anno, le icone affrontarono un pellegrinaggio di due mesi in Russia, Turchia, Grecia, Italia, Francia e Germania. Vi presero parte quattro persone: gli autori delle icone e gli organizzatori del progetto. Furono compiute più di 50 soste nei luoghi dove si trovano o c’erano un tempo degli edifici sacri dedicati alla Grande Martire Santa Anastasia di Sirmio. A causa dei postumi del conflitto nell’ex Jugoslavia, non fu possibile proseguire il pellegrinaggio attraverso la Croazia, la Bosnia e la Serbia. Si pensava terminare il viaggio nella città serba di Sremska Mitrovica, un tempo Sirmio, dove nel 304 era stata martirizzata la giovane patrizia romana.
In giugno 1997 a Magliano Alfieri presso Alba in provincia di Cuneo, due artigiani russi, in collaborazione con una falegnameria del paese, edificarono la cappella lignea di Santa Anastasia e della Riconciliazione, con materiali di costruzione offerti in dono dalla città di Myshkin sul Volga. Il Patriarca di Mosca, Alessio II e l’arcivescovo di Jaroslavl, Mikhej, accordarono la loro benedizione per la costruzione della cappella in Italia. Il piccolo tempio fu consacrato secondo il rito ortodosso dal vescovo Gury, esarca del Patriarcato di Mosca in Europa occidentale, alla presenza del vescovo di Alba, monsignor Sebastiano Dho, il quale aveva calorosamente appoggiato l’iniziativa. Nel 2004, anno del Giubileo del millesettecentesimo anniversario del martirio di Santa Anastasia, in vari luoghi si tennero celebrazioni in sua memoria: in Piemonte a Sale San Giovanni, in Sicilia a Motta Santa Anastasia, in Croazia a Zadar (Zara) e in Serbia a Sremska Mitrovica. Durante queste manifestazioni furono esposte le due icone “cosmiche” della Santa, benedette anche dal Patriarca di Serbia, Pavle. Non fu possibile allora erigere una cappella alla memoria di Santa Anastasia sul luogo del suo martirio.

Nel mese di dicembre del 2005, a Sremska Mitrovica in Serbia, fu inaugurata la prima Mostra internazionale di pittura, grafica e scultura “L’Arte per la pace in Europa e nel Mondo” dedicata a Santa Anastasia. Seguirono quelle di Jaroslavl in Russia, di Zadar in Croazia nel 2006 e, infine, la Mostra di Mondovi, nel mese di ottobre del 2007. Vi parteciparono 230 pittori, grafici e scultori di 19 paesi che esposero quasi 300 opere. A Zadar e Mondovi, in concomitanza con la Mostra, si svolsero due Convegni internazionali dedicati alla martire di Sirmio e a Mondovi si pubblicò il catalogo della Mostra e gli Atti del Convegno.
Nel marzo del 2009, a Torino, uscì il libro “Santa Anastasia di Sirmio. Chiese e arte sacra in Europa”. Il volume conteneva 475 fotografie a colori di chiese, affreschi, icone, dipinti, sculture, reliquiari, opere realizzate su tessuto, ecc. di varie epoche (e anche dei toponimi che portano il nome Santa Anastasia), nei paesi d’Europa e altrove. Nel giugno del 2010, a San Pietroburgo, fu stampata la versione russa ampliata del libro con 550 fotografie (tra cui 50 nuove foto delle icone rafiguranti Santa Anastasia scoperte ultimamente nei depositi dei musei russi). Il libro fu presentato dal direttore dell’Hermitage Mihail Piotrovsky nel Teatro del famoso Museo. In quei giorni, a San Pietroburgo, nel Museo della Storia delle Religioni, si svolse il terzo Convegno su Santa Anastasia.
Nel 2012 e nel 2013 uscirono di stampa sia in italiano che in russo prima il volumetto illustrato di 48pp “Santa Anastasia: messaggera di Pace. Una fiaba dei nostri tempi”, e poi il libro “Viva Santa Anastasia”, che relata la storia del progetto Santa Anastasia (1988-2013) con la prefazione di Sua Emm. Rev Paul il Cardinale Poupard. In seguito a più che ventennali ricerche, studi e varie attività, furono scoperti oltre 450 luoghi di devozione (nel passato o attuali) e di riferimento a Santa Anastasia, in 25 paesi d’Europa e in 5 paesi di altri continenti. E’ stata capita la sequenza della propagazione del suo culto nei secoli e nei vari paesi. E’ stato determinato che i due “poli” del culto anastasiano con il massimo numero di chiese e monumenti a lei dedicati si trovano in Italia (138 luoghi) e la Russia (139 luoghi), dove si trovano, rispettivamente, i centri delle religioni Cattolica e Ortodossa. E’ stata inoltre formulata l’ipotesi che in Grecia continentale ed insulare devono trovarsi non pochi luoghi di devozione a Santa Anastasia ancora da scoprire.
Uno degli scopi del progetto “Santa Anastasia” consiste nella restituzione del personaggio storico di Santa Anastasia alla memoria dei popoli europei. Seguendo i precetti di Cristo di carità e di pace tra gli uomini questa giovane donna, figlia dell’Europa, con coerenza e abnegazione si prodigò in azioni di solidarietà e di misericordia a favore dei bisognosi e dei sofferenti. Per questo suo atteggiamento fu chiamata “angelo della misericordia”, a cui la gente nel bisogno si indirizzava chiedendone sostegno. Nata a Roma (in Occidente), la giovane Anastasia svolse le sue azioni caritatevoli nell’allora Oriente, in Illiria. Di conseguenza appartiene alla storia dei popoli di tutto il continente europeo. Sia la Chiesa Cattolica, che la Chiesa Ortodossa la considerano come una dei quindici Megalomartiri (Grandi Martiri) della Fede Cristiana e, quindi, ne rappresenta l’unità dei concetti di base.

Santa Anastasia è un personaggio chiave della storia europea, una delle fondamentali e comuni radici cristiane dei popoli del Continente, simbolo perfetto di bontà e di carità per gli affitti. La sua opposizione al male e alla violenza, espressa nella sua azione di aiuto ai perseguitati e reclusi, consente di presentarla come messaggera e operatrice di pace tra gli uomini e tra le nazioni e un potenziale strumento morale di dialogo tra Occidente e Oriente. Tutto ciò permette di affermare che in futuro Santa Anastasia potrebbe anche essere riconosciuta come la Protettrice comune di tutti i popoli d’Europa.
Questa è la sostanza della missione “Santa Anastasia — una speranza per la pace”, alla quale ci siamo dedicati durante un quarto di secolo. Alla Missione “Santa Anastasia – una Speranza per la Pace sono stati accordati i rispettivi Patrocini del Direttore Generale dell’UNESCO dott. Federico Mayor, del Segretario Generale del Consiglio d’Europa dott. Terry Davis, dei rispettivi Ministeri alla Cultura della Federazione Russa e di quella della Repubblica Serba. La Missione di Pace ha ricevuto le rispettive benedizioni delle Loro Santità il Papa Giovanni Paolo ll, del Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie Alessio II, nonché del Patriarca di Serbia Pavle. I Presidenti della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e del Presidente della Federazione Russa Boris Eltsin hanno confermato per iscritto l’importanza e l’attualità della Missione di Pace.
Pierre Tchakhotine, Presidente del Comitato “Santa Anastasia” (1991-2013).