
Una forte passione per il colore, un diploma in Design Industriale, l’amore per l’arte, le sue sensibilità di artista. Sophia Zaccaron una giovane pittrice di Conegliano, racconta sulle pagine di RussiaPrivet come nasce la sua arte, i suoi sogni, la sua voglia di mettersi in gioco. L’arte come terapia, il suo sogno è quello di esporre alla Biennale di Venezia, il suo obiettivo è quello di vivere di arte. La sua arte è fatta di momenti, profondità e sfumature di luce, stati d’animo. Nelle sue opere imprime il suo pensiero, ovvero un tutt’uno con la sua arte e la sua vita, ovvero la sua grande curiosità che la costringe a creare. Il suo motto? “La vita va vissuta a pieno e io ci credo fermamente! Mi batto per realizzare i miei sogni e il mio obiettivo primario è quello di essere felice ogni giorno. Perchè essere felici è una scelta, uno stile di vita. Questa sono io: una ragazza determinata a vivere a pieno la vita, con il sorriso!”
Sophia cresce in un clima culturalmente vivace dove si intrecciano tutte le arti, da quelle figurative con pittura, scultura e fotografia, fino alle arti performative approcciandosi quindi agli ambienti teatrali e musicali. Crescendo sviluppa, attraverso un percorso introverso, le proprie doti creative di cui dimostra essere ricca fin in tenera età. Le piace lavorare in grande e spaziare con gli occhi nel dipinto, la stessa creazione diventa performance perché lavora il gesso direttamente con le mani e il corpo, questo diventa un’esperienza sensoriale che la collega direttamente all’opera, diventando essa stessa un prolungamento della sua anima.
La sua ricerca pittorica attuale si basa sullo studio della luce e del colore in base allo spessore: i suoi quadri sono “vivi” perché a seconda della luce che ricevono cambiano radicalmente. L’uso che fa dell’oro richiama l’usanza giapponese che prende il nome di Kintsugi dove si va a riparare un oggetto, solitamente in ceramica, con l’ oro per dare valore allo stesso. Per l’artista questo va a “riparare” l’anima dove è stata ferita dando valore all’esperienza. In molte opere di Sophia c’è la presenza dell’oro, un colore che la identifica in questo periodo. Questo perchè è un modo per curare le sue ferite. Sophia ci racconta che nella sua vita ci sono stati molti momenti difficili e queste ferite le ha curate con l’oro. E funziona perchè ormai lo sta usando sempre meno!

Tanti i concorsi e le mostre alle quali partecipa. Da ArtInIce a Livigno dove vince con l’opera “Zen Zen”, a Lecce dove potete ammirare “Coscienza” l’opera con la quale ha partecipato a Ostuni alla mostra “Pure White” e permanentemente esposta presso la Galleria d’Arte Moderna Antica Saliera, alla rassegna d’Arte Soul’s Messengers nel 2017, patrocinata dall’Accademia Internazionale Città di Roma dove è stata esposta, nella sala Lepanto dello storico Palazzo Colonna Sede Municipale a Marino Laziale, l’opera “Anima”, a marzo 2019 e precisamente dal 14 al 23, la sua prima volta all’estero: una mostra alla quale parteciperanno solo 10 artisti a Barcellona.
Anima è un’opera particolarmente importante nel percorso dell’artista. L’opera della svolta. L’anno è il 2017, il mese dicembre. L’arte entra prepotentemente nella vita di Sophia, diventa l’elemento principe della sua vita. Un contratto di lavoro stabile al quale decide di rinunciare per liberare la sua creatività, le sue sensazioni per dipingere il mondo che non si vede e dedicarsi completamente alla vita da artista.

Il Critico d’arte Antonella Uliana di Sophia scrive: Da sempre attratta dalle arti visive e dotata di spirito creativo, ha scoperto il piacere di esprimere i propri stati d’animo, i suoi pensieri, i sogni e i desideri soprattutto attraverso la pittura. Dipingere per lei significa esplorare il mondo entrando in sintonia con la natura. Le sue opere nascono dal desiderio di dare vita alle emozioni più profonde; sono dunque l’espressione della sua anima, le silenziose depositarie dei suoi sentimenti.
Il Presidente Fondatrice dell’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea Apollo Dionisiaco, Fulvia Minetti scrive: I barbagli luminosi dei gessi della Zaccaron sono esperienza estatica dell’uscita dai propri confini fisici, ad abitare l’emozione della continuità dell’uomo alla natura nella traccia melodica, che congiunge il respiro profondo e intimo dell’elemento aereo. Sulla percezione del connubio dei sensi e dei fiori, è trascrizione archetipica della cinesi e dell’impressione del gesto emotivo, nella metamorfosi che fonde le modulazioni toniche e le armonie espressive della pelle dell’uomo e del mondo.

