A Tallin succedono cose preoccupanti

2019. Unione Europea. Tallin, capitale di Estonia. Sulle fermate dei mezzi pubblici sono esposti i manifesti che indicano la parte della fermata riservata ai russi, che non devono mischiarsi con cittadini estoni. Questo apartheid moderno è sostenuto dagli stessi politici europei che predicano l’accoglienza al grido “restiamo umani”. Non riesco capire con quali criteri viene impegnato l’internazionalismo oggi dalle sinistre europee. Come si può essere aperti verso una categoria di persone, chiudendo le porte davanti alle altre? Come si può battere per l’apertura dei porti, allo stesso tempo sostenendo le sanzioni contro la Russia? Come si può sfilare nei raduni antifascisti e allo stesso tempo compiacere i neonazisti che massacrano la popolazione in Ucraina o i terroristi che massacrano la gente in Siria, oppure vendere gli armi agli assassini che distruggono lo Yemen? Perchè le sinistre europee o almeno quella italiana non hanno organizzato una manifestazione di protesta contro, ad esempio, massacro dei comunisti ucraini nella Casa dei Sindacati di Odessa? Come hanno potuto non accorgersi dei cento compagni arsi vivi nel cuore dell’Europa?

Nei tempi passati bastava molto meno per far partire le brigate internazionali. Invece adesso qui in Italia la sinistra ha ricevuto con onore al Parlamento Andrij Parubij, lo storico capo dei neonazisti ucraini, invitato dalla Boldrini, Grasso e Renzi, con tanto di foto e comunicato stampa diffusi al livello internazionale, che ha servito per dare un credito politico ad un folle che nel proprio paese conduce lo sterminio di massa dei cittadini di etnia russa. Dove erano tutti quegli scrittori, intellettuali e opinionisti che ogni giorno si impegnano per difendere le cause dei migranti africani, come se questo fosse è il punto cruciale della lotta di classe attuale? Loro, che con tale semplicità danno del “fascista” a chiunque dimostri di non essere d’accordo con la linea politica che prediligono, dove erano quando i neonazisti massacravano la gente a Kiev, a Mariupol, a Odessa, nel Donbass? Si, mi torna in mente in quale “lotta” erano impegnati, accusavano a squarciagola i russi di aver invaso la Crimea. Praticamente è come accusare i calabresi di aver invaso la Calabria.

Mentre i neonazisti massacravano sistematicamente i civili, tra quali tantissime donne e bambini nel Donbass, la nostra sinistra ha inventato le “fake news”, il termine con il quale usa etichettare ogni fenomeno che non è in grado oppure non vuole interpretare. Senza conoscere la storia e la cultura dei paesi, e spesso nemmeno la geografia, la sinistra in massa si schiera al sostegno delle avventure geopolitiche di tale pericolo e ambiguità, che rispetto a quelle il piano Barbarossa sembra una passeggiata nel fiorito campo primaverile. Per via di questa ignoranza e voluto provincialismo indotto alla sinistra, oggi i personaggi come Soros e altri oligarchi che rappresentano la finanza corrotta hanno il sostegno di una parte della popolazione europea. Hanno creato l’Europa Unita blaterando di alti ideali, ma ora, sempre più frequentemente la vera natura di questa creazione sale a gala. E come nell’immortale romanzo di Shelley, qui c’è da domandarsi: chi è il vero mostro, la creatura, oppure il suo creatore?

Nicolai Lilin, noto per aver disegnato il monumento pr il Piazzale dei Martiri di Odessa a Ceriano Laghetto, il suo nome in realtà è lo pseudonimo di Nikolaj Veržbickij (come da traslitterazione sui suoi documenti di identità italiani, in russo: Николай Вержбицкий?) (Bender, 12 febbraio 1980, è uno scrittore russo naturalizzato italiano. Lilin è lo pseudonimo da scrittore, scelto in omaggio alla madre dell’autore, Lilia. Le generalità complete sono registrate sui registri dell’anagrafe italiana come Nicolai Verjbitkii. La trascrizione corretta del prenome sarebbe Nikolaj (come riportato in una nota del suo romanzo Educazione Siberiana), ma lo stesso Lilin ha preferito adottare l’uso dell’italianizzazione nella forma “Nicolai” per coerenza con quella registrata all’anagrafe italiana. Molte vicende della sua biografia sono narrate nei suoi romanzi, in particolare l’Educazione Siberiana, che l’autore ha dichiarato essere un testo autobiografico.

Tuttavia, dopo la pubblicazione del romanzo, critici e commentatori hanno revocato in dubbio l’attendibilità e l’accuratezza dei contenuti autobiografici. Secondo quanto da lui stesso raccontato, i suoi antenati sarebbero appartenuti a una grande famiglia siberiana di esploratori, fuorilegge, cacciatori e mercanti, che aveva origini russe, polacche, ebree e tedesche. Sempre secondo il suo racconto, dopo la rivoluzione comunista del 1917 gran parte della famiglia sarebbe stata trucidata dai militari dell’armata rossa perché alcuni dei suoi membri erano accusati di brigantaggio. Nicolai avrebbe ricevuto il nome di uno dei suoi bisnonni, che sarebbe morto fucilato di fronte ai suoi familiari. Per sfuggire alle persecuzioni, il resto della famiglia si sarebbe trasferito nell’attuale Transnistria. Secondo quanto dichiarato in un’intervista, Lilin avrebbe vissuto il battesimo della guerra a 12 anni, durante la guerra civile che scoppiò nel 1992 tra Moldavia e la Transnistria, che si era autoproclamata indipendente. Questo evento, insieme al dover crescere in un quartiere periferico considerato difficile, poiché ad alta concentrazione di criminalità, l’avrebbero costretto ad assumere un atteggiamento violento, anche se lui stesso non si è mai definito tale. Alla fine del conflitto, nella sua città era stata applicata una legge militare che per diversi anni successivi si era rivelata una forma di brutale repressione.

Nicolai era molto legato agli anziani della sua comunità, in particolare al nonno paterno Boris, l’uomo che dà l’impronta ad alcuni dei personaggi più carismatici dei suoi romanzi. Il nonno Boris, che sarebbe stato membro di una criminalità organizzata di stampo antico, avrebbe trasmesso al nipote le storie sugli Urka, una casta criminale dell’epoca zarista descritta da Nicolai nei suoi romanzi come un popolo di ribelli. Trascorrendo molto tempo con gli anziani, avrebbe appreso dai loro insegnamenti, e poi trasfusi nei romanzi, i valori dei “criminali onesti”, presunti fuorilegge la cui azione sarebbe conformata al rispetto di un’etica, secondo un rigido codice morale con cui opporsi all’oppressione di quello che era giudicato come il potere corrotto.Secondo quanto da lui dichiarato, all’età di diciotto anni avrebbe prestato servizio militare in Cecenia, nelle strutture di antiterrorismo. In seguito ha lavorato per diversi anni nelle strutture di sicurezza privata come consulente di antiterrorismo, in diverse zone di guerra, come Afghanistan e Iraq.Nel 2004 si trasferisce in Italia, in Piemonte tra Cuneo e Torino, a Cavallerleone, poi dal 2010 a Milano. Oltre a dedicarsi alla scrittura di romanzi, ha un laboratorio di tatuaggi a Milano, Il Marchiaturificio, e collabora con lo studio Tattoo Piuma Nera di Abano Terme. Scrive per L’Espresso, ha scritto per XL di Repubblica e per altre testate e collabora con diversi artisti. Progetta coltelli con la ditta Maserin e Paolo Pinna. Collabora anche con Tadpoles Tactics – USS The University of Strategic Shooting per la realizzazione di materiale didattico e informativo.

Letteratura. Nel 2009 pubblica il suo primo romanzo d’esordio, Educazione siberiana (Einaudi), che racconta la crescita e la formazione del protagonista all’interno di una comunità criminale di origine siberiana (Urka Siberiani) stanziata in Transnistria (regione della Moldavia autoproclamatasi indipendente nel 1990, ma con uno status non riconosciuto dalla comunità internazionale). Educazione siberiana fa guadagnare a Lilin gli elogi di Roberto Saviano, che stringe con lui un rapporto di stima reciproca. Il libro ha avuto una trasposizione cinematografica con la regia di Gabriele Salvatores ed è stato pubblicato in 24 lingue e distribuito in 26 paesi del mondo. Nel 2010 pubblica il suo secondo romanzo, Caduta libera (Einaudi), che racconta l’esperienza del protagonista nella guerra in Cecenia. Caduta libera si aggiudica il Premio Minerva per la “Letteratura di impegno Civile” e il premio La Magna Capitana di Foggia. Nel 2011 pubblica il suo terzo romanzo Il respiro del buio (Einaudi), nel quale descrive le difficoltà che ha il suo personaggio nel reinserimento nella società una volta tornato dalla guerra in Cecenia. Nel 2012 pubblica il suo quarto romanzo, Storie sulla pelle (Einaudi), sei racconti che hanno come filo conduttore la pratica del tatuaggio e l’etica dei “criminali onesti”. Nel 2014 pubblica il suo quinto romanzo, Il serpente di Dio (Einaudi), dove racconta la storia di due giovani amici appartenenti a diverse etnie religiose. Nel 2015 pubblica il suo sesto romanzo, Un tappeto di boschi selvaggi (Rizzoli), un racconto del suo passato attraverso la raccolta di foto e documenti. Nel 2016 pubblica il suo settimo romanzo, Spy story love story (Einaudi), dove narra le vicende di uno spietato killer che finisce con l’innamorarsi. Nel 2017 pubblica il suo ottavo romanzo, Favole fuorilegge (Einaudi), dieci fiabe accompagnate dai disegni-tatuaggi dell’autore. Nel 2018 pubblica il suo nono romanzo, Marchio ribelle (Einaudi).

Cinema. La Cattleya in collaborazione con Universal Pictures ha prodotto la trasposizione per il cinema di Educazione siberiana, con Gabriele Salvatores alla regia e la partecipazione di John Malkovich. Le riprese sono cominciate nel marzo 2011 e il film è uscito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 28 febbraio 2013. A settembre 2013 è uscito il DVD in anteprima per il settimanale Panorama. TelevisioneNel 2013 conduce il programma di reportage Le regole del gioco su DMAX. Dal 12 luglio fino al 16 agosto 2013 ha condotto il programma Mankind – La storia secondo Italia 1 su Italia1. Nel 2016 conduce la seconda stagione del programma “I miei 60 giorni all’inferno” in onda su Crime+ Investigation. Dal 17 gennaio 2017 conduce una rubrica su TGcom24, intitolata La versione di Lilin. Arte Nicolai Lilin è anche conosciuto e apprezzato per la sua produzione artistica, in particolare disegni e chine, ispirata alla simbologia dei tatuaggi.

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