Ventura Future ospita Lorenzo Marini

Fino a domenica 14 aprile i visitatori di Ventura Future (Tortona) potranno scoprire la nuova installazione artistica ALPHACUBE di Lorenzo Marini. Il progetto, curato da Sabino Maria Frassà, completa e arricchisce la proposta artistica di CRAMUM & Ventura Projects per la DesignWeek del 2019.

L’artista con ALPHACUBE capovolge letteralmente il paradigma dell’arte contemporanea del cubo bianco, quale migliore forma per veicolarne la fruizione e la comprensione: il “cubo bianco” diventa l’involucro, la parte esteriore dell’opera che si sviluppa tutta all’interno delineando un nuovo spazio immersivo, animato da lettere, luci e suoni sintetizzati. ALPHACUBE diventa così l'”anti”-cubo bianco, una critica ironica tanto al mondo dell’arte quanto al modo in cui (non) comunichiamo. Dopo la DesignWeek l’installazione sarà poi presentata a Venezia in occasione della prossima Biennale d’Arte. Come ricorda il curatore Sabino Maria Frassà: “ALPHACUBE si erge nello spazio come un qualcosa di alieno, tanto nella forma quanto nel contenuto: se è evidente la fascinazione dell’artista per un certo dadaismo e futurismo, che reinterpreta e attualizza, è anche innegabile che oggetto dell’installazione sia non tanto il mero compiacimento estetico, quanto la volontà di spronare il pubblico a riflettere. Il risultato formale è così un’affascinante estremamente accattivante installazione, che cela letteralmente “al proprio interno” la critica a come comunichiamo e interagiamo oggigiorno: la troppa informazione spazza via la comunicazione, per cui è nato il linguaggio stesso. Siamo tutti in fondo affetti da un acuto autismo e cronica incapacità di empatia.

Si parla tanto, si urla sempre di più e in sempre nuovi modi: pensiamo a esempio all’inarrestabile bombardamento di immagini, di colori sempre più vividi o al diffondersi dell’impiego del maiuscolo nella scrittura. Tutte queste parole e tutti questi messaggi, seppur sempre più semplici e semplificati, non sembrano sufficienti al riuscire ad esprimersi compiutamente ed essere capiti.
Ma allora perché così tante parole?”

Elios
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