L’arte di Vincenzo Schirripa

La pittura di Vincenzo Schirripa trae le sue premesse dal realismo: un realismo di stampo verista e macchiaiolo, post-impressionista e divisionista, dove pennellate e colpi di spatola stabiliscono, o spiegano l’inestricabile legame della realtà con il suo doppio, o veridicità della rappresentazione artistica.

Non potrebbe essere una puntuale riproduzione della verità, cercando e ottenendo, con una coerenza che testimonia la solidità delle premesse, uno sguardo diverso che va oltre quello che si vede. Significare quella sottile connessione tra l’osservatore e l’osservatore, o tra il pittore e il ritrattista, ma anche tra il soggetto e il lavoro. La comunicazione, lo scopo principale dell’arte, diventa un pretesto per analizzare il processo attraverso il quale il reale viene filtrato e modificato dalla nostra facoltà visiva e dalla nostra mente: un’alterazione che si manifesta nella frammentazione del colore in tocchi, sfaccettature, disintegrazione della sostanza. Questo mira a ricostruire gli oggetti, siano essi ritratti o nature morte, composizioni in cui simbolismi e astrazioni metafisiche, agglomerati di immagini come i rebus visivi, le allegorie, perdendo la loro finezza nei contorni, nello sbiadire nello spazio intorno, schiariscano con coerenza . O dare solidità all’aria, a quella componente atmosferica che sembra dissolvere tutto e che forse è una parte caratterizzante della propria visione dell’artista.

Dinamismo espressionista, piuttosto che cromatismo, che si erge su una luce diffusa, animata da contrasti e tonalismi, dalla prevalenza di colori caldi, sapientemente bilanciati nelle combinazioni. Questa intensa alternanza di luci e ombre esprime ancor più chiaramente la sua natura nell’incisione, dove le tecniche preferite sono quelle di incisione e puntasecca, o l’incisione di una matrice quattrocentesca: in questo contesto la qualità di Vincenzo Schirripa per dare corpo a i soggetti, per quanto riguarda le emozioni, nel chiaroscuro, ad avvicinarsi al simbolo come entità concreta e elemento costitutivo del mondo e della vita umana, rivela ulteriori aspetti della sua figurazione. L’artista padroneggia anche i metodi di affresco, di lacrime da affresco e di acquerello, sperimentando e esercitando la sua mano nelle varie procedure, prediligendo certi colori e combinazioni, lasciando inalterata quella caratteristica di movimento perpetuo e vibrazione che anima le superfici, come in un linguaggio espressivo in una definizione perenne, nonostante la continuità delle sue ipotesi. Il tempo, il costante cambiamento e la dispersione delle cose, non è altro che il passare dell’una nell’altra, nella materia, nell’etere, come negli occhi di chi guarda, prefigurando quell’entanglement quantico che vuole che ogni essere sia unito, ogni particella più piccola, corporea o incorporeo, nel Tutto. Maria Palladino – critica d’arte e curatrice. schirripa-vincenzo.simplesite.com

Elios
Editoria - Arte - Spettacolo
info@elioseditoriale.org