Vito Comencini in visita agli italiani in Crimea

Sono stato ufficialmente invitato alla cerimonia da Giulia Giacchetti Boico, con la quale ero già in contatto dal mio precedente viaggio a Kerch dell’anno scorso. Nella mia veste di politico ho portato anche i saluti istituzionali.

La mia visita non è solo finalizzata a commemorare la tragedia della deportazione, ma a portare anche la mia vicinanza agli italiani che oggi vivono in Crimea per cercare di aiutarli nel mio ruolo di parlamentare e di segretario della Commissione Esteri, in generale per cercare di migliorare i rapporti tra Italia e Crimea. Con queste parole il deputato Vito Comencini inizia un’interessante intervista a Sputnik in cui spiega tutto l’impegno del governo italiano per la comunità italiana in Crimea.  La storia degli italiani in  Crimea è molto antica e complessa.

Chi sono gli Italiani di Crimea oggi. La popolazione degli italiani di Crimea ammonta a circa cinquecento persone, anche se un censimento ufficiale non è mai stato effettuato. La maggior parte di loro risiede a Kerč, dove nel 2008 è stata costituita l’associazione “C.E.R.K.I.O.” (Comunità degli Emigrati in Regione di Crimea – Italiani di Origine, presieduta da Giulia Giacchetti Boico), i cui obiettivi sono: la salvaguardia e la promozione della conoscenza della lingua e della cultura italiane, attraverso corsi tenuti gratuitamente dagli stessi associati; presso la sede dell’associazione è stata anche allestita una biblioteca di volumi in italiano giunti in dono dall’Italia, si proiettano film in italiano e si tengono corsi di cucina italiana; il riconoscimento da parte delle autorità ucraine dello status di minoranza perseguitata e deportata, sia per ristabilire la verità storica sia per poter usufruire di alcuni vantaggi di tipo economico riservati alle vittime del comunismo; il consolidamento dei rapporti istituzionali con l’Italia, avviati solo di recente; la ricostruzione dell’albero genealogico degli italiani di Crimea, reso estremamente difficoltoso dal fatto che quando fu attuata la deportazione a tutti gli italiani vennero sequestrati i documenti di identità e molti dei superstiti, pur parlando italiano, sono impossibilitati a dimostrare le proprie origini.

A livello istituzionale dopo la prima interrogazione parlamentare in Italia sul tema, che risale al 1998, ci sono state altre iniziative con interventi alla Camera e al Senato rispettivamente nel 2009 e 2010.

Dopo il referendum sull’autodeterminazione della Crimea del 2014 l’interlocutore dell’associazione Cerkio è divenuto il governo della Repubblica autonoma di Crimea e in seconda battuta il governo russo. Il 21 aprile 2014 la presidenza russa ha emanato un decreto per il riconoscimento delle minoranze crimeane perseguitate dallo stalinismo, omettendo però di includere quella italiana. A questa mancanza è stato posto rimedio il 12 settembre 2015, a seguito dell’incontro a Yalta fra il presidente Putin e una delegazione dell’associazione Cerkio guidata dalla presidente Giulia Giacchetti Boico. All’incontro era presente anche Silvio Berlusconi. Il presidente russo ha emendato il decreto e ora gli italiani sono stati a tutti gli effetti riconosciuti come minoranza perseguitata e deportata.

Elios
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