Zoja Ruhadze, un’eroina per la libertà

Eroi – Zoja Ruhadze. Noi tutti ricordiamo di  Zoja Kosmodemjanskaja, ma la sua omonima georgiana che fece un’azione eroica altrettanto importante, è meno conosciuta. Zoja Ruhadze nacque nel 1926 a Simferopol, in una famiglia georgiana trasferita in Russia, terminò gli studi a scuola e presso l’istituto professionale, lavorava poi come un ragioniere. Poi iniziò la guerra e la Crimea si trovò sotto l’occupazione romena e tedesca.

Zoja entrò nell’organizzazione clandestina del komsomol. Parlava tedesco, si fece assumere come operaia al ristorante per gli ufficiali, il che le evitò l’esilio in Germania e fu oltretutto utile alla clandestinità – Zoja carpiva parecchia informazione ascoltando i fascisti  ubriachi. Ma la cosa più importante è che riuscì a guadagnare la fiducia presso i volontari del battaglione della Crimea tartara. La consideravano una di loro e Zoja continuava a raccogliere le informazioni e fare il lavoro di convincimento. All’inizio il gruppo distribuiva i volantini, trascrivendo a mano le comunicazioni del Informburo’, avevano il trasmettitore radio assemblato a mano. In estate del 1943 gli operanti nella clandestinità riuscirono a stabilire la connessione con i partigiani, entrarono in possesso delle mine, iniziarono ad organizzare gli atti di sabotaggio in città.Nel marzo del 1944 l’organizzazione fece esplodere il deposito con le munizioni, rovinando il cavo, facendo rimanere i nazisti a lungo senza la comunicazione. A causa di questo Gestapo organizzò una retata. Il 10 marzo hanno pedinato la Zoja e a seguito l’arrestarono. La torturavano, estorcendo i nomi degli altri membri del gruppo, Zoja non diceva nulla.

Riuscì, trovandosi in carcere, a mandare il biglietto alla madre con i versi di Vera Figner – ”Ricordami solamente nelle preghiere, coprimi col segno della croce da lontano, la tua figlia compirà il suo difficile cammino!..”La picchiavano brutalmente, fratturarono ambedue le braccia, le cavarono gli occhi. Zoja non disse nulla. Avendo capito che sarebbe stato inutile  continuare a torturare, i nazisti la portarono al sovkoz Krasnij, lei era svenuta per il dolore. Al sovkoz ai tempi c’era un campo di concentramento, la buttarono, ancora viva, nel pozzo. Così morì questa bella ragazza coraggiosa di soli 18 anni.Una volta liberata la città di Simferopol, il corpo di Zoja fu trovato e seppellito in un cimitero Starorusskoje. Zoja Ruhadze fu premiata con la medaglia ”Al coraggio” a memoria, una via di Simferopol porta il suo nome. In cielo ci sono due stelle chiamate ZOJA 1 e ZOJA 2- così han omaggiato l’eroismo di Kosmodemjanskasja e Ruhadze. Memoria eterna e un inchino a Loro.

Elios
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